Bigrin 1960Nel 2018 il 17 metri Bigrin, sloop Marconi costruito nel 1960 in fasciame di mogano dal cantiere Beltrami di Vernazzola (GE), è stato donato allo Yacht Club Italiano di Genova. Tra il 2019 e il 2020 la barca è stata oggetto di tre tesi di laurea parallele in Design Navale e Nautico, realizzate da Camilla Barattini, Irene Rossini e Massimiliano Cavallin presso l’Università degli Studi di Genova. I loro progetti contribuiranno a concludere il restauro in corso presso lo YCI, consentendo a Bigrin di diventare l’ammiraglia della Scuola di Mare Beppe Croce.

Di Maria Carola Morozzo della Rocca e di Bianzè – Maggio 2020
Professore Associato in Disegno Industriale, Docente presso in Corsi di Laurea Triennale in Design del Prodotto e della Nautica e Magistrale in Design Navale e Nautico dell’Ateneo genovese e Relatrice delle tesi citate nel saggio
Rendering di Camilla Barattini, Irene Rossini e Massimiliano Cavallin – Foto Archivi Vari

BIGRIN, EX VEA II
Bigrin 1Bigrin in una immagine d'epoca

Era il 2018 quando Amadeus viene donata dal suo ultimo armatore allo Yacht Club Italiano di Genova. Agli occhi di Nicolò Caffarena, segretario generale dello storico Club, non sfugge come le linee dell’imbarcazione richiamino alla memoria la storica Bigrin (I 1651)… e non si sbagliava affatto! Amadeus, nei suoi sessant’anni di storia, in principio era stata VEA II varata nel 1960 dai Cantieri Beltrami di Vernazzola con l’acronimo dei suoi primi proprietari Eugenio e Andreina Vaccari, quindi Lola, poi Bigrin, a seguire Amadeus Primus e infine Amadeus. Tanti nomi e altrettanti armatori per una Signora del Mare la cui vita è stata da sempre legata a quella dello storico Club genovese. Un’imbarcazione unica dalle linee eleganti e dalle strutture leggere che ricordano i principi progettuali dell’inglese Jack Laurent Giles anche se, ufficialmente, non ne porta la firma e che, all’ormeggio come in mare, non passa inosservata facendosi viva testimonianza dello storico cantiere ligure di cui ormai sono andati irrimediabilmente persi abilità, conoscenze costruttive e archivio progetti.

LA DONAZIONE ALLO YACHT CLUB ITALIANO
Poster Tesi Camilla Barattini
Il poste della Tesi di Camilla Barattini

Il Club accoglie con entusiasmo la donazione e concede all’imbarcazione, immediatamente ribattezzata Bigrin, una stagione tranquilla fra Portofino, le Vele d’Epoca d’Imperia e le Mille Vele di Genova, ma proprio in occasione di quest’ultima regata Bigrin imbarca acqua e viene ricoverata nei capannoni dello YCI per comprendere le ragioni dell’accaduto e procedere al restauro. Della sua storia si sapeva davvero poco, Bigrin era arrivata qualche mese prima al Porticciolo Duca degli Abruzzi nuda nella sua semplice bellezza … nessun disegno a meno di uno scarno certificato di stazza del 1960, poche sintetiche citazioni sulle riviste nautiche o nei registri conservati presso la biblioteca del Club, nessun resoconto storico, tantomeno elenchi, note di spesa o disegni che potessero ricondurre agli interventi subiti negli anni … Per capirla e conoscerla a fondo sarebbe stato necessario andare a ricercare più a fondo, coinvolgendo e interrogando chi ancora conservava memoria della vita a bordo! Una sfida onerosa, ma assolutamente da cogliere. Con questa volontà e con l’occasione (o la sfortunata esigenza) del recupero, lo YCI attiva una collaborazione con il Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova.

LE TESI DEI LAUREANDI
Poster Tesi Irene Rossini
Il poster della Tesi di Irene Rossini

Il progetto avviato dal Dipartimento, per mezzo di un team di ricerca interno, si è avvalso delle ‘Linee guida per il processo di Restauro Nautico’ (Dott.ssa Giulia Zappia), della preparazione in fatto di disegno e rilievo (Prof. Giulia Pellegri e Dott.ssa Sara Eriche) e dell’esperienza nautica (Prof. Maria Carola Morozzo) consolidate e costantemente praticate sia presso la sede genovese che presso quella spezzina dell’Università ligure. Il progetto, durato per più di un anno, trova la sua sintesi nello sviluppo di tre tesi di laurea parallele che hanno affrontato i temi fondamentali per un recupero consapevole dell’imbarcazione: ricostruire i disegni dello stato attuale di Bigrin, valutare i danni subiti dall’imbarcazione nonché il deterioramento dei legni, ricomporne la storia e da essa dedurne i disegni di progetto originali per poi, infine, giungere al vero e proprio progetto di recupero. Camilla Barattini, Irene Rossini e Massimiliano Cavallin, guidati dai docenti, hanno recentemente portato a termine questa importante missione conseguendo la Laurea Magistrale in Design Navale e Nautico e consegnando allo YCI un lavoro ben articolato che ha saputo da un lato ridonare all’imbarcazione tutti gli apparati storici e grafici mancanti e dall’altro fornire al board dello YCI tre diverse proposte per la valorizzazione dell’imbarcazione per il suo utilizzo futuro.

LA RILEVAZIONE CON IL LASER SCANNER
Poster Tesi Massimiliano Cavallin
Il poster della Tesi di Massimiliano Cavallin

Gli studenti, durante questo anno di lavoro, oltre all’appoggio dei docenti hanno collaborato ‘gomito a gomito’ con Andrea Ghisalberti (responsabile tecnico del restauro di Bigrin in seno allo YCI) che li ha seguiti e indirizzati favorendo contatti, interviste e, infine, affidandoli alle sapienti abilità artigianali del maestro d’ascia Mauro Balanzoni per tutti quegli aspetti più squisitamente pratici inerenti il recupero strutturale dello scafo. L’imbarcazione è stata completamente rilevata con metodi tradizionali e tecnologie avanzate come il LIDAR (laser scanner). Dalla nuvola di punti ottenuta con il laser scanner e dal rilievo manuale dei dettagli e degli interni sono stati dedotti prima il modello tridimensionale e a seguire i piani generali dell’imbarcazione. Questi ultimi, messi a confronto con la storia ricostruita tramite interviste e fotografie d’epoca fornite dagli armatori e dai membri dell’equipaggio, confermano e contribuiscono a riordinare le testimonianze dirette raccolte.

LE MODIFICHE E LE SCELTE PROGETTUALI
Bigrin 1960 Analisi ordinate 01
La slide con il prospetto dell'analisi ordinate

Bigrin nel corso degli anni risulta essere stata modificata e riadattata in diverse sue parti: la tuga abbassata, le quote dei paglioli interni alterate, la distribuzione della cucina e della cabina ospiti in corrispondenza dell’albero riviste, il piano velico adeguato a esigenze crocieristiche, le ordinate localmente rinforzate o parzialmente sostituite e, infine, il fasciame in più occasioni rinvergato o cambiato. Una volta ricostruiti i piani generali e l’evoluzione storica della barca è stato possibile procedere alla restituzione del piano dei legni, comprendere meglio alcune delle problematiche attuali e infine definire le esigenze di recupero strutturale con un dettagliato censimento del degrado ordinata per ordinata, tavola di fasciame per tavola di fasciame. In questa fase del progetto Mauro Balanzoni è stato protagonista di un fertile confronto con gli studenti infondendo loro consapevolezza sulla costruzione nautica in legno tradizionale e mostrando, passo dopo passo, gli interventi da eseguire sul manufatto. Una volta avviate le operazioni necessarie al recupero strutturale della barca, Andrea Ghisalberti ha orientato le scelte progettuali per l’allestimento degli interni illustrando ai giovani progettisti le esigenze del Club.

TRE PROPOSTE PER IL RESTAURO
Bigrin 3
Bigrin all'ormeggio presso la sede dello Yacht Club Italiano di Genova

Ne sono nate tre diverse proposte. La prima, rispettosa della consistenza dell’imbarcazione, massimizza il recupero di ogni legno disponibile e interviene ‘in punta di piedi’ solo laddove gli interni per necessità di recupero dello scafo sono stati smantellati e dovranno essere riallestiti. E’ una soluzione che conserva lo stato e la distribuzione attuale dell’imbarcazione accorciando i tempi per il prossimo varo e consentendo la navigazione sotto forma di brevi crociere o soggiorni ‘in mare’ per i soci del Club che, in una sorta di logica ‘boat and breakfast’, vorranno approfittarne. La seconda e la terza, invece, interpretano con due diverse soluzioni distributive la possibilità di trasformare Bigrin in ammiraglia della ‘Scuola di Mare Beppe Croce’ rendendola da un lato l’emblema del Nautical Heritage navigante dello YCI e dall’altro la palestra di esercizio quotidiano (anche in altura e per periodi prolungati rispetto alle uscite giornaliere) per i giovani allievi della rinomata scuola di vela. Anche in questo caso le due soluzioni non tradiscono la distribuzione dell’imbarcazione e intervengono in zone strategiche rileggendo gli interni di Bigrin e ridonandole in parte la conformazione originale del 1960. La prima proposta non nega le seconde due, che, a fronte di un maggior investimento economico, potranno essere realizzate successivamente senza perdere le lavorazioni già eseguite … e senza ritardare oggi il ritorno della barca in mare.

RICONQUISTARE LA CANTIERISTICA STORICA
Bigrin 4
L'elegante quadrato di Bigrin

Lo storico Club genovese avviando il progetto su Bigrin ha dimostrato grande sensibilità e attenzione al Nautical Heritage, si è reso protagonista di un lavoro di ricerca che trascende il solo interesse per l’imbarcazione e che per mezzo dell’imbarcazione stessa è a pieno titolo più ampia testimonianza delle abilità costruttive dello storico cantiere ligure di cui purtroppo sono andate perse tutte le fonti. Il lavoro condotto rappresenta quindi non solo l’occasione per ridonare a questa Bella Signora l’antico splendore e la possibilità di apprezzarla in navigazione, ma anche il pretesto per riconquistare una fetta della cantieristica storica del nostro territorio che, per mezzo delle imbarcazioni a noi pervenute, può continuare a vivere e trasmettere quei valori che altrimenti andrebbero irrimediabilmente e definitivamente dimenticati. Oggi Bigrin è in corso di restauro, le ordinate e il fasciame sono stati recuperati e ci avviamo con il giusto rispetto al riallestimento degli interni … speriamo dunque di vederla presto in mare!
Un ringraziamento doveroso allo YCI per non essersi sottratto a questa sfida, impiegando forze, energie economiche e non solo, favorendo sinergie fra accademia e realtà territoriali, ma soprattutto alimentando le nostre tradizioni nautiche e contribuendo ad appassionare nuove generazioni di designer nautici!

BIGRIN – SCHEDA TECNICA
Bigrin 5
La cucina di Bigrin, collocata lungo il corridoio sul lato sinistro a pruavia del quadrato

Nome / Name: Bigrin
Tipologia / Rig: Sloop Marconi
Anno / Year: 1960
Cantiere / Shipyard: Beltrami (Vernazzola - GE – ITALY)
Progetto / Naval Architect: Beltrami (Vernazzola - GE – ITALY)
Materiale di costruzione / Material: Fasciame di mogano su ordinate di robinia e rinforzi in iroko
Lunghezza / LOA: 17,20 mt
Lunghezza al galleggiamento / LWL: 14,10 mt
Larghezza / Beam: 3,84 mt
Pescaggio / Draft: 2,35 mt
Dislocamento presunto/ Displacement: 27 tonn.
Stazza lorda (da certificato 1960) / Gross Tonnage: 17,20 TS
Stazza netta (da certificato 1960) / Net Tonnage: 10,93 TS
Superficie velica / Sail surface: 158 mq
Motorizzazione / Engine: Cummins 4 BT 3.9 M diesel, 152 Hp
Serbatoio gasolio / Fuel: x3 serbatoi tot 300 lt 
Serbatoio acqua / Water: x2 serbatoi tot 300 lt
Cabine / Cabins: 3 (compresa cuccetta marinai a prua)
Posti letto / Berths: 6 (+ 1 letto a scomparsa in quadrato)
W.C.: 3        

GALLERY