Gometra in navigazione 5

Gometra è la barca a vela che durante il periodo bellico ‘trasferì’ le riserve aurifere della Norvegia fino in Canada per salvarle dall’invasione nazista. Varata in Scozia nel 1925, ha navigato in Atlantico, in Pacifico, California e poi in Francia, dove è stata ritrovata nel 2006. Dal 2008 è stata oggetto di un restauro durato 8 anni voluto dai milanesi Matteo e Andrea Rossi, padre e figlio, ed eseguito dal compianto Maestro d’Ascia ligure Giovanni Ambrosetti, deceduto pochi mesi prima del varo ufficiale. Nel 2016, anno del ritorno in mare, la barca si è aggiudicata il Trofeo Vele Storiche Viareggio. Gometra monta un innovativo propulsore elettrico che garantisce trasferimenti silenziosi a velocità superiori a 7 nodi.

A cura della redazione – Gennaio 2017
Fotografie di Paolo Maccione e Archivio Barche d’Epoca e Classiche

Gometra in navigazione 7Gometra, il ritorno in mare
Nel 2016, dopo 8 anni di intenso restauro filologico è tornata a regatare Gometra. Le prime apparizioni sono avvenute in occasione del Trofeo Mariperman e al Raduno Vele Storiche Viareggio 2016, dove ha messo in mostra le sue qualità agonistiche e di eleganza aggiudicandosi per questo il prestigioso Premio “Il Bisonte”. Merito di Matteo Rossi, Presidente dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca, che nell’ormai lontano 2008 trovò Gometra in stato di semi abbandono nel porto di Nizza. Le condizioni erano critiche, ma le linee e la qualità dei materiali suggerivano qualcosa di molto interessante, una storia e una bellezza uniche, anche se ancora non la si poteva conoscere con certezza. Diciamo che si trattò più di un’intuizione, frutto dell’esperienza dell’avvocato Rossi nel mondo delle barche d’epoca.

La ricerca storica parte da una fotocopia ammuffita
Gometra piani di costruzioneTrasportata in Liguria e messa al sicuro, Gometra fu subito oggetto di curiosità. La ricerca storica cominciò, come un complesso puzzle, da una fotocopia in bianco e nero mezza ammuffita di un articolo di una rivista canadese del 1986. Indizi, nomi, frammenti di fotografie, qualche luogo e la domanda principale: come finì Gometra in Canada? E quando? L’origine della barca è scozzese, disegno di Alfred Mylne (n. 308) e costruzione nel 1925 presso il cantiere Bute Slip Dock di proprietà dello stesso designer. Il committente e primo armatore fu l’Ammiraglio James Uchtred Farie, veterano della Marina Britannica protagonista della Battaglia dello Jutland, che però dovette separarsi da Gometra nel 1930. La barca passò a William Blaine Luard, anch’egli militare di Sua Maestà e appassionato velista. Luard tra le altre cose era anche scrittore di successo e dedicò a Gometra un intero capitolo nel suo libro “Where the tides meet”.

The Gold Ship: Gometra ‘trasferisce’ le riserve aurifere della Norvegia
Gometra allormeggio a S.M. Ligure Foto MaccioneSeguirono alcuni passaggi di proprietà fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Gometra a quel punto fu scelta per una missione che ne segnerà la storia in modo indelebile: Carl J. Hambro, allora presidente del Parlamento norvegese, ideò un piano molto complesso per portare in salvo le riserve aurifere della nazione dall’invasione nazista. L’oro, dopo essere stato portato con piccolo cabotaggio fino alla Gran Bretagna, necessitava di un passaggio sicuro verso le Americhe. Per assicurare il carico in caso di attacco degli U-Boot tedeschi, sul ponte di ciascuna nave cargo adibita a questi straordinari trasporti, fu messa anche una barca da diporto in grado di continuare a navigare in caso di affondamento e che avrebbe trainato l’oro, stivato in apposite casse galleggianti, verso il porto neutrale più vicino. Gometra fu protagonista del viaggio della nave Bra-Kar su cui era imbarcato proprio lo stesso Carl J. Hambro che descrisse bene il viaggio nel suo libro “I saw it happen in Norway”.

Gometra in Canada
Gometra nel 1957Giunta in Canada (il cargo non venne intercettato), Gometra fu scaricata nel porto di Halifax e l’oro norvegese venne messo al sicuro nelle banche canadesi. Qui la barca fu notata dal celebre designer William Roué, progettista del famoso Bluenose, che intuì subito il valore dello scafo e decise che quello fosse un oggetto da conservare. Fino alla fine della guerra Gometra restò ad Halifax presso il locale yacht club partecipando ad alcune regate, subito dopo fu acquistata da Gus Ortengren, della costa occidentale, che trasportò Gometra fino a Vancouver via treno. Gometra rimane quindi in British Columbia per quasi 40 anni come portabandiera del Royal Vancouver Yacht Club di proprietà di diversi commodori del club stesso. In questo periodo arrivarono i maggiori successi con frequenti vittorie nelle regate locali sia nelle acque interne del golfo di Vancouver che in oceano, come in occasione delle famose Swiftsure Races.

Dall’Oceano Pacifico all’Europa
Gometra prima del restauroNel 1976 diviene armatore David Millis che dopo un breve periodo ancora a Vancouver decide che per Gometra fosse arrivato il momento di nuove avventure: partecipa alla regata transoceanica Victoria – Maui e poi vive una lunga odissea lungo le coste del continente americano che lo conduce in Baja California, dove resta fino al 2003. L’ultima armatrice fu Molly Holt, che viveva a bordo di Gometra assieme ai due figli e al fedele cane e che intraprese lunghe crociere nelle acque centro e sud americane per alcuni anni. Le risorse per mantenere Gometra scarseggiavano e Molly decise di riportarla in Europa dove arrivò via cargo nel 2006 e fu progressivamente abbandonata.

Il restauro affidato a Giovanni ‘mani d’oro’ Ambrosetti
Il Maestro dAscia Giovanni Ambrosetti Foto Maccione 3L’avvocato Rossi, assieme al figlio Andrea, yacht designer che ha curato il progetto di restauro, decidono di non affidarsi ad un cantiere ma di far eseguire il restauro di Gometra da maestranze specializzate per poterne seguire passo passo l’evoluzione ed i singoli dettagli. D’altronde è proprio questo il bello di restaurare una barca: assaporarne ogni fase e osservare ogni singola vite che viene avvitata a bordo. A capo della squadra di carpentieri fu scelto Giovanni Ambrosetti, uno dei migliori maestri d’ascia del levante ligure (soprannominato ‘mani d’oro’) che garantiva lavori eseguiti a regola d’arte e un particolare feeling, basato su una profonda amicizia, con l’armatore. Ambrosetti è tristemente scomparso poco prima che il lavoro fosse ultimato lasciando Gometra come sua ultima, impeccabile, opera di restauro.

Otto anni di restauro
Gometra gli interni 4Gometra entra nel capannone di Carasco (GE), che sarà la sua casa per molti anni, nel 2008. I primi rilievi, nonostante le apparenze, rivelano che la struttura e le essenze utilizzate sono complessivamente in buono stato. Il lavoro viene quindi impostato su come massimizzare il recupero e il restauro e ridurre al minimo le sostituzioni di componenti originali. Ambrosetti sceglie personalmente i legnami più compatibili ed esegue i lavori seguendo alla lettera le indicazioni dei piani originali. Il risultato è un restauro che forse ha necessitato più tempo del previsto, ma che sicuramente è stato eseguito perseguendo un’ottica filologica. Un aspetto che caratterizza ancor più Gometra è l’unica componente “moderna” concessa all’intero progetto: la propulsione elettrica. Gometra nasceva nel 1925 con un motore della Kelvin Diesel a paraffina, un bestione di 200 chili oggi conservato in un museo in Scozia. Quando fu trovata dall’avvocato Rossi montava un normale motore entrobordo diesel da 20 cavalli, che tuttavia è subito apparso poco ‘intonato’ con l’eleganza complessiva della barca.

Il motore elettrico
Le batterie del motore elettrico Foto MaccionePresto è venuta l’idea di dotare Gometra di una propulsione più innovativa e in qualche modo più poetica. Venne scelto di installare un sistema full-electric, silenzioso, pulito, leggero e molto meno ingombrante di una trazione diesel. Dopo diversi anni di studio e ricerca nel campo, il progetto era pronto: un motore da 13 kW in corrente continua alimentato da un banco di batterie al Litio da 15kWh di capacità. Il progetto a cura dell’Ing. Andrea Rossi, oggi impegnato nella startup Hytem che si occupa proprio di trazione elettrica, prevede un’autonomia di circa 30 miglia alla velocità minima, ma permette in caso di necessità di spingere Gometra fino a velocità prossime ai 7,5 nodi. Oggi Gometra è tornata a navigare e ad esibire tutto il suo antico fascino, oltre a fare riemergere la storia importante che ha caratterizzato una gran parte della sua vita.

La scheda tecnica
Matteo e Andrea Rossi armatori di Gometra Foto MaccioneAnno
                                                               1925
Cantiere / Shipyard                                     Bute Slip Dock (Isle of Bute - Scotland)
Progetto / Naval Architect                         Alfred Mylne (Scotland)
Lunghezza f.t. / LOA                                 13,20 mt
Lung. al galleggiamento / LWL            8,50 mt
Larghezza / Beam                                       2,70 mt
Pescaggio / Draft                                         1,85 mt
Dislocamento / Displacement                 10 tonnellate
Armo velico / Rig                                        Marconi sloop
Superficie velica / Sail area                     90 mq
Motore / Engine                                           Elettrico – 13 Kw

Gometra concorre al Classic Boat Award 2017. Votala!
È l’unica barca d’epoca restaurata in Italia che nel 2017 partecipa ai Classic Boat Awards, i riconoscimenti assegnati annualmente dalla prestigiosa rivista inglese Classic Boat. Questo sloop bermudiano concorre nella categoria “Restauro dell’anno per barche superiori a 40 ft (12,1 metri)”. Per votare la barca italiana basta cliccare sul tasto ‘Vota’ al link http://www.classicboat.co.uk/awards2017 .
C’è tempo fino alla mezzanotte del 15 marzo 2017 e il mese successivo verranno annunciati i vincitori.

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