Armelea foto Maccione 9

Il 2016 è stato un anno ricco di soddisfazioni per il Cantiere Valdettaro delle Grazie, nel Golfo della Spezia. Il cantiere guidato da Ugo Vanelo ha infatti compiuto importanti lavori a bordo di alcune tra le più belle imbarcazioni d’epoca. Tra queste il ketch aurico Black Swan del 1899, il ketch bermudiano Armelea del 1969 e lo yawl bermudiano Latifa del 1936, partito per un giro intorno al mondo della durata di cinque anni. Ora Valdettaro guarda al futuro. Nel 2017 sono infatti previste le celebrazioni per il centenario del cantiere e l’organizzazione della sesta edizione del Valdettaro Classic Boats, il raduno biennale dedicato alle barche d’epoca e classiche.

Di Paolo Maccione - Dicembre 2016
Fotografie Paolo Maccione e Archivio Barche d’Epoca e Classiche

Black Swan a Imperia nel 2008 Foto Maccione 2Black Swan, dopo sette anni il ‘Cigno Nero’ è tornato a navigare
È rimasto su invaso all’interno del cantiere per circa sette anni. La sagoma nera e imponente di questo ketch aurico lungo 34 metri, varato nel 1899 presso il cantiere inglese Camper & Nicholson, era ben visibile lungo la passeggiata delle Grazie. Poi è arrivato un architetto francese che dopo avere rilevato il due alberi all’inizio del 2015 ha commissionato al cantiere Valdettaro una serie di lavori. Black Swan, Cigno Nero in italiano, è stata coperta da una tensostruttura dopodichè si è proceduto alla sverniciatura integrale, alla sabbiatura dell’opera viva, alla sostituzione di alcune tavole del fasciame in teak effettuata in collaborazione con il team francese. Si calcola che dalle fiancate sia stata asportata circa una tonnellata di vecchio stucco. Tra gli altri interventi effettuati la posa di nuove prese a mare, dell’asse motore destro, del relativo cavallotto e cannocchiale (passaggio nello scafo dell’asse motore), con conseguente rifacimento dell’allineamento. Sottocoperta tutto è rimasto inalterato, tranne i due propulsori di bordo che sono stati smontati e ricondizionati. L’opera viva dell’imbarcazione ha subìto un trattamento epossidico con 4 mani di International Paint, previo controllo e ripristino del calafataggio con cotonina. Sverniciata anche tutta l’opera morta e le fiancate. I due alberi in legno silver sono stati anch’essi sverniciati, poi sono state applicate 12 mani a pennello di vernice Epifani monocomponente. La barca è stata rialberata con la collaborazione di Pierfrancesco Cè, il graziotto titolare di PFC Rigging, ditta specializzata nel settore dell’attrezzistica di imbarcazioni. Una volta conclusi i lavori Black Swan è partita per Sète, cittadina francese affacciata sul Golfo di Marsiglia, dove ha stabilito la propria base in attesa di tornare a solcare le acque del Mediterraneo e magari partecipare ai raduni di vele d’epoca come ha fatto in passato.

Armelea, il ketch tutto italiano costruito da Valdettaro
Armelea le fasi del restauro 16Armelea è un ketch bermudiano tutto italiano. La barca, lunga 23 metri, è stata infatti costruita nel 1969 dallo stesso cantiere Valdettaro su progetto di Franco Anselmi Boretti. Batte bandiera italiana e appartiene a un armatore genovese. Ha sempre navigato in Mediterraneo e in passato ha compiuto diverse crociere in Mar Rosso. Entrata in cantiere alla fine del 2015 è stata disalberata, dopodichè è stata smantellata la coperta in teak. Si è dunque proceduto al ripristino dei bagli e dell’ossatura compromessa. Per la nuova coperta sono stati posati due strati di compensato marino della Nord Compensati per uno spessore totale di 30 millimetri, incrociati e incollati con resina epossidica, sui quali è stato posato il nuovo ponte in teak composto da doghe fino a 6 metri di lunghezza. Le sovrastrutture sono state riportate a legno e riparate ove necessario. Per la verniciatura di queste parti a vista sono state applicate 14 mani di smalto monocomponente Epifani a pennello, carteggiando tra una mano e l’altra, con le prime mani molto liquide per penetrare nel legno e le ultime più dense per creare spessore, profondità e lucentezza. Rifatte totalmente le lucidature degli acciai, le cromature e le ottonature.

I lavori in coperta e sottocoperta
Armelea le fasi del restauro 5Le tavole della falchetta di dritta sono state ripristinate in seguito a una tromba d’aria che aveva provocato alcuni danneggiamenti a Genova nel 2015. Revisionato l’intero scafo, composto da tavole in pitch pine dello spessore variabile tra 5 e 7 centimetri originali dell’epoca, sovrapposte e calafatate con cotonina. A prua di Armelea si è provveduto a installare due argani salpancore al posto del precedente argano singolo, con relativo rifacimento dell’oleodinamica. Oggi due ancore tipo Danforth da 200 chilogrammi l’una garantiscono sonni tranquilli all’ormeggio. Rifatta parzialmente l’impiantistica elettrica e totalmente quella idraulica, sostituite tutte le prese a mare e gli impianti wc (ora elettrici, con bidet incorporato). Riottonate le rubinetterie e gli accessori interni, i passamani, le maniglie. Pur mantenendo inalterata la disposizione sottocoperta si è proceduto allo studio e progettazione della cabina prodiera e del relativo bagno per le 2 persone di equipaggio e all’ottimizzazione della cabina ospiti di poppa.

Verniciatura e vele nuove, Armelea è pronta!
Armelea foto Maccione 5Per quanto riguarda l’alberatura in legno douglas e i due boma si è proceduto alla loro sverniciatura e al ripristino della loro integrità a cura del maestro d’ascia Michele Balistreri che ha rifatto le quattro crocette in lamellare di frassino, scanalate all’interno per non mostrare i cavi elettrici. Manutenzionati anche i 6 winch di bordo, di cui quello della drizza della randa è stato motorizzato, pur mantenendo quelli originali del 1969. “La riduzione della ridondanza delle attrezzature di coperta”, ci ha raccontato l’attrezzista Pierfrancesco Cè, “ha contribuito a creare una maggiore razionalità e semplicità nell’uso delle manovre alla vela.” A questo proposito è stato commissionato un nuovo set di quattro vele alla One Sails di La Spezia, due rande, una trinchetta bomata e un genoa in dacron anticato con mezzi ferzi orizzontali e tripla cucitura. Lucidate e ottonate le due eliche, revisionati i due motori Iveco Aifo mod. 8210 M22 del 2003 da 220 cavalli l’uno. Oggi i serbatoi di bordo possono imbarcare 6000 litri di gasolio e 5000 litri di acqua. Lo scafo di Armelea è stato riverniciato totalmente. Dopo l’applicazione di due mani di fondo poliuretanico e la carteggiatura sono state posate tre mani di vernice Awlgrip di colore nero lucido e rifatta la linea perimetrale gialla. Tutti i lavori si sono svolti sotto la direzione di Davide Gazzarini, valente capocantiere di Valdettaro che nei confronti di Armelea non poteva non avere un certo feeling: entrambi sono nati nello stesso anno! Oggi il ketch, che dal 2001 appartiene a un armatore genovese, naviga al comando di Fabio Aprile.

Latifa, dopo il restauro il giro del mondo a vela
Latifa in navigazione Foto Maccione 1Varata nel 1936, è una delle più belle imbarcazioni varate dallo storico cantiere scozzese Fife ed è caratterizzata da una forma della poppa detta ‘a canoa’. Per circa 40 anni, a partire dal 1976, questo yawl bermudiano lungo 21,33 metri è appartenuto alla famiglia di Mario Pirri, esperto uomo di mare che ha compiuto un giro del mondo, 11 traversate dell’Oceano Atlantico in solitario e una dell’Oceano Indiano. Latifa, costruita in fasciame di teak su ossatura in acciaio, è entrata in cantiere nel settembre del 2015. Una volta disalberata è stata alata per poi procedere alla rigommatura del ponte in teak, alla riverniciatura delle parti trasparenti della coperta con circa 12 mani di vernice Awlgrip trasparente, alla verniciatura dell’opera morta in Awlgrip di colore bianco (3 mani a pennello) e al rifacimento del caratteristico fregio di Fife in lamina d’oro sulle murate. Gli alberi sono stati sverniciati e riverniciati con 12 mani di vernice trasparente, mentre sottocoperta sono stati effettuati alcuni interventi volti a migliorare la funzionalità dei servizi igienici. Recentemente Latifa è stata venduta ad un nuovo armatore, che dopo avere lasciato il cantiere ha partecipato al raduno di vele d’epoca di Imperia del 2016, dopodichè ha fatto sosta a Cannes, prima tappa del giro del mondo della durata prevista di circa 5 anni. Le prossime sfide del cantiere Valdettaro saranno rappresentate dai festeggiamenti per il centenario del cantiere, fondato nel 1917, e dalla sesta edizione del Valdettaro Classic Boats, il raduno di barche d’epoca e classiche che ogni due anni richiama presso il cantiere oltre 40 scafi storici per una festa che coinvolge l’intero borgo ligure.

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