Paolo Rastrelli Italia 1936 Foto Maccione

Nel 1936, alle Olimpiadi di Kiel, l’8 Metri Stazza Internazionale ITALIA conquistava il primo oro olimpico nella storia della vela italiana. A 80 anni di distanza lo storico navale Paolo Rastrelli, grazie alla collaborazione con La Scala Studio Legale e Garnell, ha realizzato il libro “ITALIA 1936 – Ricordando la prima medaglia olimpica della vela italiana”. La presentazione ufficiale si è tenuta a Milano il 30 novembre 2016, alla presenza dei velisti della squadra olimpica di Rio 2016, destinatari in tale occasione del “Premio Italia 1936”.

Di Paolo Maccione - Dicembre 2016
Fotografie di Paolo Maccione

Il libro Italia 1936 di Paolo Rastrelli Foto Maccione 8Gli 80 anni “dimenticati”?
Quanto riportato nella sovracopertina del libro “Italia 1936” sembra quasi voglia lanciare una ‘stoccatina’ alla dirigenza della vela nazionale, rea di non avere celebrato come si conviene l’anniversario degli 80 anni dalla conquista della prima medaglia d’oro nella vela olimpica. “1936-2016. Ad agosto 2016 la prima medaglia d’oro della Vela italiana ha compiuto 80 anni. Un evento che meritava di essere ricordato e che invece è passato sotto silenzio da parte di quanti dovrebbero avere a cuore la storia del nostro yachting. In questa elegante pubblicazione, resa possibile grazie al costante ed appassionato sostegno di Garnell per tutto quanto riguarda lo sport velico, l’autore Paolo Rastrelli si è impegnato con un certosino lavoro di ricerca e studio a ricostruire la memorabile storia di quella vittoria italiana conquistata dalla imbarcazione “Italia” nel difficile campo di regata di Kiel, sede dell’Olimpiade del 1936.”

Federazione impegnata? Ci pensano i Fratelli La Scala!
F. Colivicchi F. La Scala G. La Scala Foto MaccioneForse la Federazione era troppo impegnata ad affrontare quello che di lì a breve sarebbe stato un vero e proprio ‘terremoto’ (con tutto il rispetto per quello vero accaduto in centro Italia), ovvero l’elezione del teramano Francesco Ettorre quale nuovo presidente FIV al posto del genovese Carlo Croce, ‘spodestato’ quasi contemporaneamente anche dalla carica di presidente di World Sailing, la Federazione mondiale della vela, che gli ha preferito il danese Kim Andersen. Per fortuna ci hanno pensato alcuni privati come i fratelli Giuseppe e Filippo La Scala, il primo titolare dell’omonimo Studio Legale (un colosso con 220 tra dipendenti e collaboratori su 8 sedi e un fatturato annuo di circa 17 milioni di euro) e il secondo amministratore delegato di Garnell, azienda specializzata nel Corporate Finance. Ma non pensiate che il coinvolgimento nella vela dei due fratelli si fermi qui. Insieme possiedono una flotta di barche d’epoca, composta da alcune derive storiche, 6 Dinghy 12’ in legno, i Dragoni Blue Mallard del 1949 e Galatea II del 1951, il Dragone moderno e plurititolato Cloud (ex dell’avvocato veneziano Giuseppe Duca, armatore dello Sciarrelli Astarte II del 1970) e il 6 Metri Stazza Internazionale Bau Bau del 1939 con il quale regatano sul Lago di Como. Se a questo aggiungiamo che insieme promuovono il Garnell Sailing Team che sostiene il Finnista Giorgio Poggi e il Laserista Francesco Marrai e che Giuseppe La Scala è anche presidente dei piccoli azionisti del Milan c’è da chiedersi quale tecnica di multitasking adottino per gestire tutto questo. Qualche volta il lavoro si incrocia con la passione. Tra i clienti di La Scala c’è infatti anche il cantiere Ernesto Riva del Lago di Como, che si sta difendendo dalla causa intentata dal colosso dei motoscafi Riva del Lago d’Iseo (ora di proprietà cinese) per l’utilizzo dello stesso storico cognome in campo nautico.       

La squadra olimpica e la presidenza FIV alla presentazione del libro
La squadra velica di Rio 2016 Foto Maccione 2Il 30 novembre 2016, alla serata di presentazione del libro presso l’Auditorium Piero Calamandrei di La Scala Studio Legale in Via Correggio 43 a Milano, hanno partecipato anche alcuni rappresentanti della nuova FIV, tra i quali Francesco Rebaudi, presidente della Commissione Atleti, ma soprattutto Alessandro Mei, il Vicepresidente FIV con delega al Marketing e Comunicazione. Tutti sempre molto ben disponibili a spendersi per il buon funzionamento dell’elefantiaco apparato. Rivolgiamo i migliori auguri, sanno di avere gli occhi puntati addosso e l’ultima cosa alla quale aspirano è quella di essere ‘impallinati’ sul campo … di regata. Meglio fare un bel lavoro, se non altro per evitare le ‘taglienti bordate epistolari’ sparate recentemente dallo stesso Giuseppe La Scala nei confronti dell’ex presidente Carlo Croce. Siccome noi di Barche d’Epoca e Classiche siamo un po’ di parte possiamo solo anticipare che Alessandro Mei ha promesso che nel giugno 2017 visiterà le banchine della prossima edizione dell’Argentario Sailing Week di Porto Santo Stefano, seconda tappa del Panerai Classic Yachts Challenge. Un’ottima occasione per conoscere da vicino il mondo della vela d’epoca e magari contribuire a sostenerlo. Con loro, intervistati dal direttore di Saily.it Fabio Colivicchi, la squadra olimpica composta dagli atleti della vela Elena Berta (470 F), Alice Sinno (470 F), Vittorio Bissaro (Nacra 17), Mattia Camboni (RS:X), Giulia Conti (FX), Francesca Clapcich (FX), Francesco Marrai (Laser), Giorgio Poggi (Finn), Ruggero Tita e Pietro Zucchetti (49er). Presente anche Nicolò Reggio, Vicepresidente dello Yacht Club Italiano nonché parente del Marchese Leone Giovanni Reggio, il timoniere dell’oro olimpico su Italia nel 1936. Giusto per rimanere in tema “d’epoca” Nicolò Reggio è anche proprietario di Pierino (ITA-1), il primo Dinghy 12’ costruito in Italia, vero e proprio cimelio storico varato nel 1929 dal cantiere Nicolò Depangher di Capodistria (all’epoca territorio italiano).

I capitoli del libro
Italia 1936 Foto F. RastrelliEcco i capitoli del libro “Italia 1936 – Ricordando la prima medaglia olimpica della vela italiana” di Paolo Rastrelli che ripercorrono la meravigliosa avventura olimpica. Oggi questo glorioso 8 Metri Stazza Internazionale varato nel 1936 presso il cantiere Costaguta di Genova Voltri, riconosciuto ‘bene storico’ sottoposto alla tutela del Ministero dei Beni Culturali grazie all’interessamento del Centro Studi Tradizioni Nautiche di Napoli curato dallo stesso Paolo Rastrelli, continua a navigare nel capoluogo partenopeo ed è ormeggiato al Molosiglio presso la base della Lega Navale Italiana. La barca, lunga 14,35 metri, ha lo scafo dello stesso colore di quando ha partecipato alle Olimpiadi del 1936. Sulla prua fanno bella mostra di sé i cinque cerchi olimpici.

  • L’Italia alle Olimpiadi della vela prima di Kiel
  • L’Olimpiade della Vela di Kiel 1936
  • L’Italia (I-20) si prepara per Kiel (Le selezioni - L’equipaggio)
  • Le sette regate dell’oro olimpico
  • I principali artefici della vittoria (Leone Giovanni Reggio 1888-1972, il timoniere dell’oro olimpicoAttilio Costaguta, il geniale progettista e costruttoreCarlo Strena, il combattivo dirigente)
  • A Kiel la “vera apoteosi della vela”
  • Dopo L’Olimpiade (Alberto Fassini CamossiPasquale De ConciliisBruno Bianchi)
  • Le 14 medaglie olimpiche della vela italiana
  • Ricordi di Kiel
  • “Italia” oggi … con i colori del 1936

Il ‘dirigibile-drone’ d’epoca che certificò la vittoria di Italia
Il pallone frenato che filmava le regateChi ha detto che il drone in campo sportivo rappresenta un’invenzione recente? Ma soprattutto, altro che moviola in campo per stabilire chi abbia ragione o meno! Quello che è successo nel 1936 ha dell’incredibile sotto il profilo della comunicazione e dell’attribuzione di un titolo olimpico attraverso immagini registrate. A Kiel le prove disputate sono state sette in totale. Dieci gli scafi concorrenti, provenienti da altrettante nazioni. È stato proprio grazie a un pallone aerostatico frenato, spostato da un rimorchiatore da una parte all’altra del campo di regata, che la nota regista germanica signora Leni Riefenstahl filmava le regate. Come raccontato nel libro “ … una di queste pellicole è servita ai giudici e alla giuria d’appello per sbrogliare il difficile caso nel quale si trovò coinvolta la nostra Italia nella VI prova, dalla quale uscì vittoriosa aggiudicandosi la medaglia d’oro.” Le uniche altre medaglie d’oro della vela olimpica italiana sono state conseguite da Agostino Straulino e Nico Rode a bordo della Star Merope nel 1952 a Helsinki (Finlandia) e da Alessandra Sensini nella Classe Mistral nel 2000 a Sydney (Australia).

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Il libro è stato stampato in 1000 copie. In occasione della serata tutti i partecipanti sono stati omaggiati di una copia del libro.
Per informazioni contattare www.lascalaw.com