Il milanese Riccardo Rurik, armatore di un raro Smack yacht dei primi del Novecento, è stato coinvolto nella riparazione dell’albero in sitka spruce di Windblow, sloop bermudiano costruito negli USA nel 1946 su progetto di Sparkman & Stephens. In questo articolo racconta l’esperienza vissuta e fornisce alcuni buoni consigli rivolti a chi in futuro dovesse trovarsi nella stessa condizione.
 
Di Riccardo Rurik – Luglio 2014
Fotografie di Riccardo Rurik
 
Windblow, un S&S del 1946LA BARCA D’EPOCA, UNA GRANDE ORCHESTRA
RURIK è il mio nickname e cerco di sostituirlo al mio cognome ogni volta che posso per potermi sentire fuori dalla routine del quotidiano. E' il nome della barca che custodisco per i posteri. RURIK è la ragione che mi ha fatto apprezzare una cosa, remota quanto attuale, che si chiama Marineria. E' una grande orchestra i cui strumenti si chiamano legno, bronzo, canapa, cuoio, rame e dove i musicisti sono il maestro d'ascia, il calafato, il carpentiere … i quali suonano una musica che non stanca mai, sono sempre sincroni col tempo e non necessitano di essere accordati.
 
Così è nata la storia delle amiche del RURIK, intendiamoci della barca, io sono solo il cantastorie. L'episodio che vi racconterò è ambientato a Chioggia.
 
WINDBLOW, DA FIUMICINO A CHIOGGIA
Vi arrivò poco tempo fa lo sloop bermudiano del 1946 Windblow, disegno numero 623 dello studio newyorchese Sparkman & Stephens, dopo aver fatto il giro d'Italia partendo da Fiumicino. Navigando ha superato il capo di San Felice Circeo, il Golfo di Napoli, giù giù fino allo Stretto di Messina, il Mare Ionio, ha doppiato Santa Maria di Leuca, poi su per Otranto, il Gargano, i banchi del delta del Po … fin nella calma laguna. Beppe, l'armatore, è di Thiene, ridente cittadina nell'entroterra in provincia di Vicenza. Sono parecchi anni che lavora su Windblow e questa volta era il turno dell'albero. Danneggiato in cima, nell'ultimo mezzo metro, doveva essere alato e manutenuto. Si è affidato a un cantiere sul canale di Chioggia che offriva approdo ed un capannone per lavorare.
 
02 - Lalbero spezzato-nL’ALBERO CADE DALLA GRU
Il giorno che l'albero viene levato, Beppe non c'è! Non può raccomandarsi per la sua creatura e capita il peggio: malamente imbragato l'albero rimane appeso per la parte ammalorata. La testa d'albero si spezza e sedici metri di un’opera d'arte cadono tra cavalletti e scali. Beppe conosceva il RURIK da alcuni anni. Avevamo fatto tardi insieme diverse sere sul piccolo naviglio.
 
L'armatore fa la differenza! E' inutile lamentarsi di Tizio e Caio che non hanno fatto bene un’operazione o un lavoro: l'armatore deve conoscere tecniche e materiali o acquisire conoscenze prima di mettere mano alla propria imbarcazione. Questa merita attenzione e se gliela forniamo ci ripagherà con tanta soddisfazione.
 
LA CALMA … INNANZITUTTO
Al mattino la telefonata a RURIK sa di tragedia: le immagini sono esplicite e c'è bisogno di un amico. Mi sono sempre chiesto se sono più utile agli armatori o alle barche. Cerco sempre per prima cosa di riparare l'elemento umano e poi mi occupo del danno. Questa volta è stato difficile convincere Beppe che tutto si potesse fare, che non ci si sarebbe dovuti disperare perché un albero si ripara e torna nuovo ed è facile come bere un bicchier d'acqua. Bisogna inventarsi mezze verità per calmare il respiro affannato e fare tornare i battiti regolari all'armatore. Sapevo bene che l'albero è il pezzo più difficile da realizzare di una barca! Si possono elencare diversi legni per il fasciame, le ordinate e pure per la chiglia, ma tanto per cominciare per una signora di quasi settant’anni c'è una sola essenza per l'albero.
 
06 - Si comincia a dare forma all'alberoIL NUOVO TRONCO D’ALBERO IN SITKA SPRUCE
La tavola va tagliata in listelli che saranno orientati in maniera tale che qualsiasi inclinazione vogliano prendere una volta in posizione, sia compensata da quello a fianco. L'albero di una barca ha un diametro importante alla base e molto inferiore in testa; è cavo, si assembla senza ferramenta ed è incollato con decine di morsetti. Al primo fine settimana vado a vedere il danno. Nell’ispezionare l'albero, è difficile da immaginare, ho trovato che è stato realizzato da tavole intere senza giunzioni: il Sitka Spruce è nativo della costa Occidentale dell’America del Nord e raggiunge altezze di 60 metri. E' usuale su barche datate di particolare pregio scoprire che il cantiere ha lavorato con corsi interi lunghi quanto tutta la fiancata.
 
CINQUE METRI D’ALBERO DA SOSTITUIRE
Continuo la farsa, resto positivo ma alla fine emetto la sentenza: da mezzo metro com'era in origine, dobbiamo sostituire cinque metri di albero fin sotto l'attaccatura del diamante. Beppe ha i progetti dell’albero che ogni buon armatore deve custodire. Vi troviamo conferma su come è stato costruito. Sono quattro grossi listelli arrotondati, separati da due più piccoli fino a creare un’ellisse. Nella testa dell’albero bisognava creare la cava per la grossa puleggia della drizza; internamente è cavo per il passaggio dei collegamenti alle luci di cortesia e di navigazione. Insomma, la lista è lunga quanto inutile: quello che serve si deve fare. La domenica la passo a convincere l'amico che non è difficile, che ci può riuscire; lo posso aiutare inizialmente dicendogli che se è stato capace di fare tutti i lavori sul suo scafo farà anche questo. Lui continua a scuotere la testa ed anch'io, … ma non mi faccio vedere.
 
05 - I nuovi listelli serrati con resina e morsettiLA PALELLA, TECNICA DI GIUNZIONE DELLE TAVOLE
La prima settimana trascorre alla ricerca dei materiali e della colla: se si è amici degli altri si può chiedere un aiuto e così il fornitore Magnino di Alessandria mi procura il legno e la CORES si offre di procurare le resine e di venire a farci vedere come usarle. Onestamente non ho mai dovuto pregare nessuno: mi è sempre bastato comportarmi come fossi in mare. Nel fine settimana la parte più difficile: passare dalle parole ai fatti. Ho messo in macchina il mio cantierino e sono andato a Chioggia. Qui sono riprese le lezioni sulla palella: tecnica di giunzione di due tavole che ha lo scopo di rendergli continuità strutturale senza compromettere l'elasticità locale. La palella si può fare lunga da tre volte la sezione della tavola a dieci o dodici volte. Sull'albero si fa più lunga possibile. I tagli dei listelli da sostituire vanno sfalsati più possibile. Alla fine, quando si fa buio, tocchiamo il fondo emotivo: l'albero orrendamente deturpato con ferramenta sparsa in giro. Ci vuole la prontezza del marinaio che gioisce della tempesta perché dopo viene il sereno e così sarà anche per noi. Ma il tempo è tiranno e devo tornare a casa.
 
09 - La testa dalberoIL TAGLIO DELLE TAVOLE E l’ASSEMBLAGGIO CON LA RESINA
Il taglio della tavola è come un parto. Da quei listelli, dalla loro linearità e regolarità dipende infatti la figura dell’albero. Le palelle vengono finite a mano e lisciate coi polpastrelli finché, arrivato Nallio, si comincia ad incollare. Nallio è il chimico titolare della CORES (www.resine-epossidiche.it), sempre pronto e disponibile per ogni armatore che necessiti dei suoi servizi. Usiamo un prodotto che viene chiamato colla legno (Ocean FLX) perché ha modulo elastico simile a quello del legno. Questo è fondamentale perché i prodotti non devono alterare le caratteristiche del legno, nè irrigidirlo. Una vecchia regola del serraggio di un incollaggio ci viene raccontata in diretta: si stringono i morsetti finchè la giunzione “sputa” fuori la colla, ma non oltre. Altrimenti si “secca” troppo la superficie. Cosi vanno su uno dopo l'altro tutti i listelli. Dopo si dà forma ellittica a questo tronco informe e si mangiano tanti trucioli. Si deve procedere per gradi, tracciando i riferimenti e smussando ogni volta una piccola sezione. Poi si passa alla carta e finché la mano non riconosce le curve del seno di una donna, l'albero non è pronto per il trattamento protettivo.
 
IL LISTELLO ‘DI PIATTO’ PER PROTEGGERE LA TESTA D’ALBERO
In testa abbiamo aggiunto un listello di piatto come in uso sopra al dritto di prua delle barche tradizionali ad impedire che nel tempo il legno “beva” nel senso della vena ed è stata preparata un conversa di rame. Tutti i fori della ferramenta sono stati sigillati con cunei della stesso legno e FLX. CORES ci ha poi portato il prodotto per l'impregnazione J50 (resina acrilica monocomponente) e per la finitura URETAN NR (Poliuretanica a solvente ad effetto lente sottile), che con poche mani applicate bagnato su bagnato hanno consentito di isolare per i prossimi vent'anni il legno dell’albero.
 
14 - La parte terminale dell'alberoIL RIMONTAGGIO DELLA FERRAMENTA, L’ALBERO È PRONTO
La ferramenta è stata rimontata isolando ogni vite ed ogni placca con polimero perché una buona parte dei malesseri del legno ha origine nei fori della ferramenta che costituisce una via per l'acqua all'interno del legno bypassando i trattamenti. Rimontate le sartie, il diamante, passate le drizze e imbragato alla presenza di Beppe, l'albero è tornato in sede.
 
L’albero della barca di Beppe non è stato riparato perché, se così fosse, avrebbe avuto una maggiore rigidità e una forma imperfetta che non corrisponderebbe più all’originale. Oggi è flessibile come allora, della stessa forma e dimensione. E' stato rinnovato ed è tornato come nuovo perché … il legno è per sempre!
 
Windblow, di base a Chioggia, è attualmente alla ricerca di un nuovo armatore che se ne prenda cura.
 
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