Cronaca semiseria di un dottore-velista imbarcato su Wayfarer in occasione della decima edizione della Monaco Classic Week .


Di Alessandro Corti – Ottobre 2011

Foto di Carlo Borlenghi - Sailmedia e Alessandro Corti

La Monaco Classic Week 2011 (2)MONTECARLO, LA CITTA’ DEI FUMETTI DI FANTASCIENZA
Non ricordo una mia visita al Principato Monaco senza notare un nuovo cantiere edile. Anche stavolta l’esperienza si rinnova. Una viabilità fatta di tunnel, scale mobili e strutture sopraelevate, mi riporta alle città dei fumetti di fantascienza che leggevo da bambino. Tra palazzoni e grattacieli spuntano, improvvise, ancora cospicue testimonianze di eleganti architetture appartenenti ad un nobile e non lontano passato, certamente non meno ricco ma sicuramente più a misura d’uomo. Difficile non rimanere colpiti da tanto cemento, eppure è altrettanto difficile non subire il fascino di questo luogo anche se così snaturato e contraddittorio.

VERSO IL PORTO …
Percorro la strada verso il porto, tra auto di lusso, negozi eleganti, aiuole fiorite, belle signore dall’aria impegnatissima che fanno jogging in un traffico intenso che, a differenza di altri affollati contesti urbani, appare però totalmente privo di qualsiasi presenza che possa alludere in qualche misura alla microcriminalità.
 
A BORDO DI WAYFARER ALPHA CON VINO E BRESAOLA
In compagnia di questi pensieri raggiungo il mio imbarco, ove sono iscritto al ruolo di marinaio di bassa forza. Si chiama Wayfarer Alpha, un bel ketch Marconi di 26 metri del 1957, progetto Olin Stephens ben costruito in  acciaio e mogano, spazioso ed elegante.
Mi presento, giusto all’ora dell’aperitivo, al comandante Giulio ed al resto dell’equipaggio, con il mio vino dell’Oltrepo Pavese ed una bresaola espressamente preparata dal mio macellaio, la cosa mi vale l’immediata promozione al rango di aiutante del cuoco.

Monaco Classic Week 2011 (4)UNA SELVA DI ALBERI
Mi guardo intorno tra un sorso e l’altro, il colpo d’occhio della selva di alberi lignei e dell’intricato sartiame è, come sempre suggestivo specie nelle ore serali. Si nota però l’assenza delle navi scuola militari, supplite, si fa per dire, dal tre alberi Signora del Vento, trovo questo nome quanto mai  inadeguato. Spiccano i solitiCreoleAdixOrionCambria, ovviamente Tuiga, il veloce Bona Fide e tanti altri … per un totale di 43 velieri cui si aggiungono una dozzina di motoryacht e più di venti runabout, che qualche genio dell’organizzazione avrà l’idea di far correre avanti e indietro sulla linea di partenza al via dell’ultima regata, per mero effetto coreografico... mah!
 
TRE GIORNI DI REGATE
Tale  immagine può ben sintetizzare una situazione in cui, durante i tre giorni di regate, nulla appare chiaro tranne che le prove debbano terminare assolutamente alle 18, nonostante la debole brezza di mare che sfiora la dignità di un vento solo l’ultimo giorno.
A bordo di Wayfarer Alpha (2)Per quanto ci riguarda, nelle varie competizioni proposte (non solo veliche) ci meritiamo una menzione d’onore al concorso culinario, cosa che, dato il mio nuovo incarico, mi gratifica particolarmente. In acqua soffriamo il poco vento e la mancanza  di un gennaker, nonché due scafi più piccoli, ma molto più performanti ed inopinati avversari di classe, Arcadia eGalvana, rispettivamente primo e secondo in classifica finale mentre noi non riusciamo a far meglio di un quarto posto.

ARMONIA A BORDO
Il tutto è stato ampiamente compensato dall’ottima armonia creatasi a bordo grazie ad un armatore vero signore ed un equipaggio di veraci marinai liguri, escluso ovviamente il sottoscritto bersagliato, ad ogni manovra, da irripetibili rimbrotti da parte del tattico il quale, abusando anche di intercorrenti stretti rapporti parentali, trovava da eccepire ad ogni mio movimento (non parlo della facoltà di parola assolutamente non prevista). A terra gran movimento, molte pretese, ma non poche espressioni di dissenso… e non solo sulla qualità del rosé! 

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www.yacht-club-monaco.mc
 
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