Tra le mostre più recenti, allestite dal Museo della Marineria di Cesenatico, quella dedicata al genio di Leonardo da Vinci. Lo scienziato e inventore, oltre 500 anni fa, ha vissuto qualche tempo presso la cittadina romagnola su mandato di Cesare Borgia, lasciando un segno tangibile del suo passaggio. Oltre ad alcuni modelli di macchine relative all’acqua era esposta anche la ricostruzione di un ‘ponte salvatico’, realizzato assemblando ingegnosamente alcuni tronchi di legno.

Di Paolo Maccione – Gennaio 2013
Fotografie Paolo Maccione
Porto Cesenatico alla fine del XVIII secolo (2)LEONARDO AL PORTO CESENATICO
Raccontare il viaggio di Leonardo da Vinci in Romagna, il suo rapporto con il mecenate Cesare Borgia e mostrare dal vivo alcune delle macchine e delle invenzioni del grande ingegnere e scienziato italiano. E’ stata una delle mostre più interessanti ‘andata in scena’ nel 2012 presso il Museo della Marineria di Cesenatico, che continua a confermarsi come uno dei poli più attivi della marineria in Italia. Questa volta la città romagnola, con il supporto della locale Gesturist, ha raccontato il viaggio in Romagna di Leonardo da Vinci, 510 anni dopo il suo passaggio.
La mostra “Leonardo da Vinci al Porto Cesenatico” ha esposto in modo semplice e divulgativo, con l’ausilio di un ampio apparato iconografico, la vicenda di questo passaggio e il contesto storico nel quale è avvenuto, senza dimenticare però di rilevare anche tutte le implicazioni simboliche che questa sua presenza originò, nella cultura locale e fino nella promozione turistica, che considera sempre Leonardo il più valido “testimonial” di Cesenatico.
 
IL FAMOSO “CODICE L”
Il 6 settembre 1502 Leonardo da Vinci lascia il ricordo della sua presenza a Cesenatico tracciando sul suo taccuino di viaggio, il famoso “Codice L”, un preciso rilievo del piccolo borgo marinaro accompagnato da una veduta dall’alto della rocca. Leonardo si trova a Cesenatico in qualità di “ingegnere generale” di Cesare Borgia, che aveva da poco conquistato la Romagna spodestando le ultime litigiose signorie, e aveva affidato a lui con un apposito lasciapassare il compito di verificare e migliorare le fortificazioni e infrastrutture strategiche del suo nuovo ducato, tra le quali figurava appunto il porto di Cesena. Il significato del “passaggio” di Leonardo a Cesenatico, come accadrà anche in seguito con Garibaldi, va però ben oltre il semplice dato storico, per assumere una più ampia valenza simbolica: Leonardo diventa così, insieme a Garibaldi, uno dei protagonisti che concorrono a formare la storia e l’identità cittadina soprattutto nel primo Novecento, quando il Genio di Vinci viene riscoperto e divulgato al più vasto pubblico con alcuni celebri libri, ottenendo anche l’attenzione della nascente psicanalisi grazie ad un famoso saggio di Sigmund Freud.
 
Scafo a doppia carena (2)LE MACCHINE LEONARDESCHE E IL ‘PONTE SALVATICO’
In occasione della mostra è stato possibile vedere alcuni interessanti modelli di macchine leonardesche relative all’acqua, elemento verso il quale Leonardo aveva un grande interesse sia dal punto di vista ingegneristico, sia filosofico, concessi in prestito dal Museo Leonardiano di Vinci. Tra queste il ponte a carreggiate sovrapposte, il ponte girevole, un battello a pale, lo scafo a doppia carena e l’attrezzatura per camminare sull’acqua. Era inoltre presente un esemplare in scala ridotta del “ponte salvatico”, cioè il “ponte di salvataggio” realizzato secondo l’ingegnoso progetto di Leonardo assemblando a incastro alcuni tronchi. Una sala ospitava anche un grande e dettagliato diorama del Porto Cesenatico alla fine del XVIII secolo. 
 
 
GALLERY