Barche d’Epoca e Classiche ha intervistato Paolo Giorgetti, il bocconiano-velista titolare della Classic Yachts Consulting, società con sede a Milano specializzata nell’attività di consulenza per la vendita e acquisto di barche storiche. Oggi, grazie alla crisi, si possono fare ottimi acquisti e una barca d’epoca può costare anche il 50 per cento in meno rispetto a tre anni fa. Ma in Italia permane il problema della cultura nautica, un settore trascurato perchè politicamente ‘non porta voti’. 

Di Paolo Maccione – Aprile 2013
Fotografie di Paolo Maccione e Archivio Classic Yachts Consulting
Paolo Giorgetti nel suo ufficio milanese (1)Dott. Paolo Giorgetti, il suo cognome non è nuovo nel settore della nautica ...
E’ vero. Spesso lo si accosta a mio fratello maggiore Franco che, insieme al socio Riccardo Magrini, dagli Anni Ottanta e per un quarto di secolo è stato titolare di uno dei più affermati studi di progettazione navale italiani. Oggi, all’occorrenza, anche lui svolge un ruolo attivo all’interno di Classic Yachts Consulting.
E’ vero che velisticamente siete cresciuti insieme?
Entrambi siamo di origine anconetane e da piccoli veleggiavamo in Adriatico a bordo di una gloriosa deriva Classe ‘A’ chiamata Mimino, costruita in legno dal Cantiere Merani di Civitanova Marche. Un vero gigante se paragonata al classico Flying Junior. Finchè una notte una mareggiata se l’è portata via. Fortunatamente la voglia di mare non ci ha mai abbandonato. 
Poi è avvenuto il trasferimento a Milano ...
Sì. Io mi sono laureato in economia aziendale all’Università Bocconi, mentre Franco ha scelto architettura. Nel corso della mia carriera professionale ho sviluppato conoscenze di marketing e comunicazione lavorando per grandi aziende come Vichy e Star. Da quel momento la base di partenza per nuove navigazioni è stato il Golfo del Tigullio.
Come e quando è nata la Classic Yachts Consulting?
Inizialmente, nel 2005, ci chiamavamo Classic Yachts Management. Nel 2010 abbiamo sostituito a Management il termine Consulting per sottolineare maggiormente la vocazione consulenziale e l’indipendenza nel consigliare soluzioni migliori per i clienti.
Dott. Giorgetti, quale esperienza mette oggi a disposizione la Classic Yachts Consulting?
Innanzitutto quella del sottoscritto, maturata in tanti anni di frequentazione di questo mondo. Continuo a essere un velista praticante a bordo di Whisper, campione italiano in carica nella Classe 5.50 S.I. (Stazza Internazionale), oltre a navigare sui Dragoni (CYC opera in sinergia con la Sibma Navale di Imperia di Mario Quaranta ed è dealer del noto cantiere francese Petticrows) e su Emeraude, cutter in alluminio del 1975 vincitore per tre edizioni del circuito Panerai Classic Yachts Challenge nella categoria ‘Classici’. Sempre su Emeraude ho preso parte a due regate atlantiche, la Horta-Douarnenez nel 2011 e la Douarnenez-Cascais nel 2012.
Ma c’è dell’altro ...
Sì. Oltre a fare parte del Comitato Esecutivo dell’AIVE sono stato l’ideatore e tra gli organizzatori del Portofino Rolex Trophy, evento riservato alle Classi Metriche. Spesso regato a bordo dell’8 Metri S.I. Margaret del 1925 e non ho mai smesso di frequentare i cantieri specializzati nel restauro delle barche d’epoca.
Paolo Giorgetti su Nina Luisita all'Argentario Sailing Week del 2008 (2)Come opera la Classic Yachts Consulting?
Si parte dal contatto con il potenziale cliente, cercando di interpretare le sue esigenze e aspettative. Poi si comunicano quegli aspetti che di solito vengono erroneamente sottovalutati. Le barche d’epoca devono essere infatti oggetto di cura e manutenzione costante, bisogna che un equipaggio esperto ‘viva’ la barca tutto l’anno, ma soprattutto non ci si aspetti che questo genere di scafi offra gli stessi spazi di un moderno motoryacht. Spesso su barche di quasi 20 metri non si hanno a disposizione più di 2-3 cabine. E’ importante fare nascere la consapevolezza dell’unicità dell’oggetto che si andrà a possedere.
Quali altri servizi offre la Classic Yachts Consulting?    
Ci occupiamo di mettere a disposizione prodotti finanziari tipo ‘leasing’ per i restauri di barche in legno e di fornire equipaggi per i trasferimenti di barche d’epoca, perché manovrare una goletta con armo aurico è differente che navigare su un Maxi moderno. Se richiesto assistiamo potenziali acquirenti intenzionati a farsi costruire scafi in legno con la tecnica del lamellare, oggi molto più diffusa rispetto a quella tradizionale a fasciame.
Paolo Giorgetti su Nina Luisita all'Argentario Sailing Week del 2008 (1)Come sta andando il settore delle barche d’epoca?
Anche il nostro settore, per quanto di nicchia, non poteva non risentire della congiuntura economica, ma soprattutto di una politica che continua a considerare lusso qualsiasi cosa abbia attinenza con la nautica. La passione di chi si accosta alle barche d'epoca, che è sicuramente grandissima e sana, deve fare i conti con questa politica. A livello internazionale i mercati futuri potrebbero essere composti dai nuovi ricchi appartenenti al cosiddetto BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) che però oggi non possiedono ancora la necessaria cultura per apprezzare questo aspetto della nautica da diporto.
Perchè è difficile affermare la cultura della barca storica?
Le associazioni che raggruppano questi appassionati, AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) in testa se non altro per anzianità di servizio, hanno tentato e stanno tentando di migliorare la situazione, facendo leva sul valore storico e culturale di queste imbarcazioni; probabilmente si può fare di più e meglio, ma resta il fatto che quello delle barche d'epoca è un settore che non porta voti!
Lei è ottimista? 
Per quanto riguarda l'evoluzione, vorrei essere un po' più ottimista. L’ottimismo deriva dal fatto che la crisi ha convinto, chi vuole o deve vendere la propria imbarcazione, a rivedere parecchio al ribasso il prezzo richiesto, allineandosi maggiormente ai prezzi di paesi più evoluti in questo settore quali Inghilterra, Germania e in genere tutto il Nord Europa.
Quanto costa oggi uno scafo d’epoca? 
Oggi, chi volesse comprare, può trovare una barca di 11 metri con un buon pedigree e in buone condizioni a 50.000 euro, un’analoga di 15 metri a 120/150.000 euro e ci sono delle occasioni anche più interessanti. Certo vanno valutate con attenzione e con l'ausilio di consulenti seri e competenti.
Come si colloca l’Italia in questo settore?
In generale in Italia la cultura della nautica è al di sotto di quella di paesi come la Francia e l'Inghilterra, ma non dimentichiamo che il nostro paese, fino a buona parte del '900, ha avuto alcuni tra i migliori progettisti e cantieri al mondo. Baglietto, Costaguta, Beltrami, Bava, Sangermani o Riva tra i motoscafi, solo per fare alcuni nomi, hanno rappresentato l'eccellenza nello yachting. Certo non hanno avuto agevolazioni o compiuto interventi strutturali volti a garantire continuità al business o ricambio di figure professionali di alto artigianato che gli avrebbero potuto permettere di continuare a rappresentare l'Italia nel mondo.
Paolo Giorgetti a bordo del 5.50 S.I. Whisper nel 2012Colpa della politica?
Ancora una volta la politica è andata in tutt'altra direzione, privilegiando l'industria pesante e costruendo impianti petrolchimici o acciaierie in posti con elevatissime potenzialità turistiche, dove l'alto artigianato della nautica avrebbe potuto garantire posti di lavoro e minor inquinamento. Il risultato è che oggi i cantieri tradizionali italiani o non esistono più o parlano cinese!
Gli attuali prezzi di vendita delle barche d’epoca ‘crolleranno’ come sta accadendo nel settore immobiliare? 
Mi riaggancio alle considerazioni precedenti. Se uno oggi vuole vendere la propria barca deve abbassare consistentemente il prezzo, mediamente del 50% rispetto a due, tre anni fa. Ma ancora una volta questo potrebbe essere positivo per stimolare ed accostare nuovi armatori a queste barche meravigliose, pezzi unici, non con le forme standardizzate delle barche moderne, che possono dare un piacere irraggiungibile non solo a livello estetico, ma anche nella navigazione. O forse è più bello navigare a 20 nodi su un mostro planante che si pianta su ogni onda e fa rumori agghiaccianti? Meditate gente ...
 
La Meloria (1)LE BARCHE IN VENDITA AFFIDATE A CLASSIC YACHTS CONSULTING
Da Nina Luisita a Miranda IV, da La Meloria a Fairlie III, da Pamadica a Orietta. Sono solo alcune delle barche d’epoca in vendita presso la milanese Classic Yachts Consulting. Alcune di queste, come Fairlie III e Miranda IV sono state già oggetto in passato di parziali restauri curati dalla Classic Yachts Consulting.
 
LA MELORIA
La Meloria è un Camper & Nicholson varato a Gosport, in Inghilterra, nel 1967. Lungo 13,50 metri ha partecipato a regate come l’Admiral’s Cup, la Channel Race, la Britannia Cup, il Fastnet e vinto la Giraglia del 1970. Costruita in afsciame di cedro del Libano su ordinate in mogano, negli anni Duemila è stata restaurata presso il Cantiere Sibma Navale di Mario Quaranta, nell’entroterra ligure. Oggi è in vendita a 180.000 euro.
 
MIRANDA IV
Miranda IV, sloop Marconi lungo 16,45 metri, è stato varato nel 1951 dal cantiere Baglietto di Varazze su progetto dell’inglese Laurent Giles. E’ un I Classe RORC velocissimo e confortevole, che nel 1954 e 1955 si è aggiudicato due regate della Giraglia. Dopo essere appartenuto a due armatori, lo yacht è stato abbandonato per quasi 20 anni in un cantiere di Chiavari. Nel 2004 un cantiere belga di Ostenda ha attuato le primissime fasi di un restauro integrale. E’ tutt’oggi in attesa di un armatore appassionato che lo riporti allo splendore originario. Il prezzo è da definire.
 
OriettaORIETTA
Orietta è un 8 Metri S.I. (Stazza Internazionale) lungo 14,49 metri, progettato e realizzato nel 1933 dal cantiere ligure Attilio Costaguta. Il primo armatore è stato il Conte Giuseppe della Gherardesca. Nel 1934, 1935 e 1938 ha vinto la Coppa Caterina Pozzani. Nel 1934 si è aggiudicato anche la Coppa Rylard e la Coppa del Mediterraneo e nel 1935 la Coppa d'Italia a Genova. Ha inoltre partecipato alle selezioni per le Olimpiadi. In queste regate ha battuto ripetutamente famosi 8 Metri S.I. italiani quali Aria, Catina V, Bamba, Lycea e Sylphea III, oltre a scafi stranieri tra cui l'inglese Folly, la svedese Ilderim e le francesi Ea e Sirena. Dal 1959 è scomparsa dai registri dei Lloyds. Nel 1970, dopo essere stata acquistata dall'attuale armatore, lo scafo viene plastificato. Tenuto inizialmente a Varazze, è stato trasferito sul Lago Maggiore, dapprima presso la Nautica Lavazza di Brebbia e successivamente presso il cantiere Pittaluga di Sesto Calende, dove viene rimessato all'aperto per la stagione invernale e messo in acqua durante i mesi estivi. Tra gli altri scafi in vendita anche Fairlie III, un Fife del 1902 (240.000 Euro), la goletta Nina Luisita del 1932 e Pamadica, uno ‘Spirit of Tradition’ disegnato da Carlo Sciarrelli, il Maestro della progettazione classica.
 
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www.classicyachts.info

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