In occasione dell’edizione numero 115 del Gran Premio Città di Milano dieci racer storici in legno hanno dato vita al Classic Racers Show, esibizione non competitiva di barche che hanno fatto la storia della motonautica. Presenti anche Olga Casinghini e Pietro Petrobelli, due piloti ‘figli d’arte’. Barche d’Epoca e Classiche, intervenuta alla manifestazione, ha documentato l’affondamento di un ‘tre punti’ d’epoca, avvenuto dopo che a bordo si era aperta una grossa falla.

Di Paolo Maccione – Ottobre 2013
Fotografie di Paolo Maccione
Guido Romani, pilota e anima del Classic Racers ShowL’IDROSCALO DI MILANO, LA ‘SCALA’ DELLA MOTONAUTICA
L’Idroscalo di Milano è per la motonautica quello che il Teatro alla Scala è per il balletto. E’ l’unico acquadromo al mondo attivo ininterrottamente dal 1934”. A parlare è il corridore motonautico Guido Romani, responsabile delle barche storiche della F.I.M. (Federazione Italiana Motonautica) nonché anima degli eventi denominati Classic Racers Show, esibizioni di ‘tre punti’ d’epoca come quelle che si sono tenute il 14 e 15 settembre 2013 nella città meneghina in occasione del 115esimo Gran Premio Città di Milano, organizzato dalla Woodstock Racing di Novara. “Oggi”, continua Romani, “siamo felici che nuovi piloti abbraccino questo sport e che vecchie barche, rimaste abbandonate nei capannoni, vengano riscoperte e restaurate”. All’Idroscalo, tra scafi moderni che correvano il Campionato Europeo di Formula 2 e la World Cup di Formula 1000 International, sono arrivati anche 10 racer storici. Eccoli:
 
1 LAMBRO - FLAMINIA 1966 LACARELLE FRANCOIS
motore : Lancia Flaminia V6 - 2500 / 160 cv.
ex Coppier - 1968 Record mondiale fondo . classe LZ
 
6 CELLI - A.R. MONTREAL Autodelta 1970 CASINGHINI OLGA
motore : Alfa Romeo Montreal V8 – 2500 / 260 cv.
ex Casinghini - 1971 campione del mondo / Italiano 1971-1972 . classe R4
 
08 MOLIVIO - FLAMINIA 1969 SILVA PIETRO
motore : Lancia Flaminia V6 - 2500 / 160 cv
ex Beretta - partecipazione ai “ Trofeo Flaminia “ 1969-1970
 
Olga Casinghini prima della partenza10 LUCINI - ALFA ROMEO 1973 HUOBER ALBERTO
motore : Alfa Romeo 2000 / 150 cv.
Ex Cantando - 1974 record mondiale velocità . classe R3 / 1975 campione del mondo R3
 
31 LUCINI - A. R. MONTREAL Autodelta 1973 ROMANI GUIDO
motore : Alfa Romeo Autodelta V8-3000 / 320 cv.
Ex L. Casanova - 1973 campione del mondo . classe R4
 
31b LUCINI - ALFA ROMEO 1972 PELLICCIARI VALFREDO
motore : Alfa Romeo GTV 2000 / 140 cv.
Ex L.Casanova - 1973 Campione d' Europa . classe R2
 
38 CELLI - A.R. MONTREAL Autodelta 1971 PETROBELLI PIETRO
motore : Alfa Romeo Autodelta V8-2500 / 240 cv
Ex Petrobelli – 1972 campione d'Europa . classe R4
 
82 E. MOLINARI - ALFA ROMEO 1967 HUBER BRUNO
motore : Alfa Romeo 2500 -6 cil. / 170 cv
Ex Bodda - 1970 record mondiali : 1 ora - 3 ore - fondo . Classe R4
 
85 LUCINI - ALFA ROMEO 1978 MUELLER STEFANO
motore : Alfa Romeo 2000 / 150 cv.
ex. Caramelli
 
554 POPOLI - ALFA ROMEO 1971 FERRARI GIOVANNI
motore : Alfa Romeo 2000 / cv. 150
ex Moraglione - 1997 - 4° assoluto raid Pavia-Venezia
 
Olga Casinghini sul suo Celli del 1970 (2)OLGA CASINGHINI, UNA DONNA A 170 Km/h
Ingegnere, classe 1963, nata a Milano e residente a Bergamo. E’ Olga Casinghini, figlia di Benito Casinghini, storico corridore motonautico con all’attivo due campionati italiani (1971 e 1972) e un mondiale nel 1971. Benito, classe 1934, ha corso fino al 1974. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2000, la figlia ha continuato a tenere la barca di famiglia, uno scafo del cantiere Dino Celli del 1970. Olga, cresciuta seguendo il padre dal Po ai laghi lombardi in occasione delle varie competizioni alle quali partecipava, nel 2008 ha deciso di scendere lei stessa in acqua sullo scafo di papà. Il ‘tre punti’ è stato trasferito dal rimessaggio di Bergamo presso il cantiere Lucini di Como, storico costruttore di racer, per essere sottoposto a una serie di lavori tra cui il rifacimento degli scarponi, il ricondizionamento della coperta e dello scafo in legno di mogano e la revisione delle ordinate e delle cordine (i correnti longitudinali), anch’esse in mogano. La motorizzazione iniziale del 1970 era stata già sostituita con l’attuale Alfa Romeo V8 da 2500 cc e 260 cavalli di potenza, in grado di raggiungere velocità da 180 a 200 Km/h. La prima uscita ufficiale di Olga è avvenuta nel 2012 al Sacca Racer Meeting di Sacca di Colorno, in provincia di Parma. Tra i suoi sostenitori anche Everardo Padovani, Presidente della Motonautica Parmense di Sacca di Colorno.
 
Il racer Dino Celli del 1971 di Pietro Petrobelli (3)UNA ‘MOSCA BIANCA’ IN UN MONDO DI UOMINI
Olga Casinghini, oltre a essere una ‘new entry’ nel mondo della motonautica storica, è senza dubbio una mosca bianca. E’ raro trovare una donna disposta a correre sull’acqua a queste folli velocità, ma lei ha avuto due buoni motivi per farlo. Innanzitutto essere ‘figlia d’arte’ e poi avere il sostegno della sua stessa famiglia. “Mio marito e i nostri due figli”, confessa Olga, “non mi hanno mai ostacolato, anzi, mi hanno sempre incoraggiato. Oggi sono loro che costituiscono il mio team e che mi assistono da quando partiamo da Bergamo con la barca al traino fino a quando scendo in acqua”. “Dopo questa prima esperienza positiva all’Idroscalo di Milano”, conclude, “continuerò a correre. La sensazione che si prova è pari a quella del volo, impagabile”.
 
ANTONIO PETROBELLI, LA MORTE A 265 CHILOMETRI ALL’ORA
Al Classic Racers Show di Milano c’era anche il padovano Pietro Petrobelli, classe 1972, agricoltore di professione, figlio del campione motonautico Antonio Petrobelli, vincitore di tre campionati del mondo in categoria R4 (cilindrata 2500 cc.) nel 1967 (Lago Maggiore), 1969 (Lago di Garda) e 1974 (Lago di Viverone). Corridore motonautico dal 1959, alla Pavia-Venezia del 1990 aveva stabilito il record medio di velocità, pari a 198,90 Km/h. Nel 1994 Antonio è morto sul fiume Po, mentre stava provando un innovativo ‘tre punti’ americano motorizzato BPM. Correva all’interno del cupolino di un F-16, con casco, erogatore e bombola, ma un problema di visuale che confondeva il cielo con l’acqua lo ha fatto sbattere contro una secca affiorante. Ad assistere alla tragedia i due figli Pietro e Giacomo. Tra i rottami recuperati lo speedometro segnava la velocità di ben 265 Km/h. Da quel momento la sua collezione di 6 barche da corsa è rimasta chiusa in un capannone.
 
Il pilota Pietro Petrobelli, figlio del campione AntonioPIETRO PETROBELLI, SULLE ORME DEL PADRE
Nel 2010 Pietro Petrobelli, da sempre appassionato di meccanica, ha deciso di tornare a correre sulla barca del padre, uno scafo lungo circa 4,70 metri per 500 chilogrami di peso, costruito dal cantiere veneziano Dino Celli nel 1971. Dopo la scomparsa dello storico proprietario questa barca non era stata più usata da nessuno. Una volta spogliata della motorizzazione e dell’impiantistica l’ha affidata al cantiere Eulisse di Venezia, che per circa due mesi è intervenuto sulle fiancate, il fondo e lo specchio di poppa in compensato marino multistrato oltrechè sulle ordinate e le cordine in mogano.
La prima prova in acqua è avvenuta, senza clamori, a Stagno di Rocca Bianca, sul fiume Po. Grandissima l’emozione per questo ritorno in acqua. Successivamente ha partecipato al Sacca Racer Meeting di Sacca di Colorno, in provincia di Parma, e alle edizioni 2012 e 2013 del Classic Racers Show all’Idroscalo.
 
BRUNO HUBER NAUFRAGA SUL SUO MOLINARI
Una falla nello scafo in legno, apertasi sul lato di sinistra sotto la linea di galleggiamento. E’ stata questa la causa dell’affondamento del racer Molinari del 1967 del corridore motonautico Bruno Huber. Nel tardo pomeriggio di sabato 14 settembre, quasi al termine dell’esibizione delle barche storiche, il pilota si è fermato poco distante dal pontile usato per il varo e alaggio. La sua barca, visibilmente inclinata a sinistra, in meno di un minuto si è ribaltata ed è stata sommersa. Huber, finito in acqua, ha tenuto ben stretta a sé la cimetta d’ormeggio di prua mentre veniva raggiunto (in verità un po’ in ritardo, nonostante anche da terra qualcuno si fosse sbracciato per richiamarlo) dal gommone del salvataggio. Pur capovolto il racer ha continuato a galleggiare, finchè si è riusciti a trascinarlo sotto la gru affinchè venisse alato. Nessuna conseguenza per il pilota, che ha condotto in prima persona le operazioni di salvataggio della sua barca.
Uno dei “vantaggi” della scarsa profondità delle acque dell’Idroscalo, poco più di 3 metri, è che quando accadono questi fatti si riesce sempre a recuperare uno scafo accidentato, contrariamente a quello che succederebbe sul fiume Po.
 
Sequenza dell'affondamento e recupero del racer di Bruno Huber (2)LA TRAGEDIA DI DOMENICA: MUORE IL PILOTA PAOLO ZANTELLI
Ben più grave, rispetto a quanto accaduto a Bruno Huber, è stato l’incidente avvenuto domenica 15 settembre. Il racer di Paolo Zantelli, 48enne pluricampione italiano di Formula 2 (11 titoli conquistati), poco dopo la partenza della gara in programma è entrato in contatto con un’altra imbarcazione. Dopo una paurosa impennata lo scafo si è ribaltato e il pilota è rimasto sott’acqua, privo di sensi. Nonostante i soccorsi immediati e il trasporto all’ospedale in elicottero, il campione è deceduto in serata. Zantelli, che rappresentava la Motonautica Parmense di Sacca di Colorno, suo paese di origine, lascia la moglie (anch’essa pilota di motonautica) e un figlio.
 
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