Pieno successo per la quarta edizione del Valdettaro Classic Boats, raduno aperto a ogni tipologia di imbarcazione d’epoca o classica, che si svolge ogni due anni all’interno dell’omonimo cantiere delle Grazie, nel Golfo della Spezia. Trenta le barche partecipanti, che si sono affrontate in mare in occasione di due regate. Numerose le iniziative collaterali, dalla mostra sul restauro del Sangermani Umiak del 1956 a quella sul recupero di un Gozzo Pexino. L’evento ha ospitato anche la premiazione della quarta edizione del Premio Mopi, vinto da Orianda e assegnato all’armatore che meglio è riuscito a documentare la storia della propria barca.

Di Paolo Maccione – Ottobre 2013
Fotografie di Davide Marcesini e Paolo Maccione
Royono (1)IV EDIZIONE, 30 BARCHE ... E UNA BAIA STUPENDA
Dal ketch aurico Javelin del 1897, la più vecchia imbarcazione partecipante, alla maestosa goletta Orion del 1910, dalle derive appartenenti alle Classi ‘A’ e ‘U’ a Deva, il due alberi della famiglia Della Valle, dagli 8 Metri S.I. (Stazza Internazionale) Margaret e Miranda III a Royono, sulla quale navigò il presidente Kennedy. Dal 6 all’8 settembre 2013 presso il Cantiere Valdettaro delle Grazie, all’interno dell’omonimo incantevole golfo, era rappresentato oltre un secolo di storia dello yachting. Quello che per tre edizioni (2006, 2008 e 2010) si era chiamato “Sulla Rotta di Imperia”, dal 2013 ha assunto la nuova denominazione Valdettaro Classic Boats. Un  nuovo corso, dunque, per un evento biennale che è destinato a entrare di diritto tra gli appuntamenti fissi per gli armatori e gli appassionati di barche d’epoca e classiche. Nessuna preclusione per la tipologia di scafi che si potevano iscrivere, il ‘Boats’ stava proprio a indicare la libera partecipazione anche da parte di scafi a motore, come nel caso delle navette Meltemi, Red e di una classica Paraggina. A questa edizione ha partecipato anche Catholica, l’ex peschereccio diventata la goletta verde di Legambiente. Tra le altre imbarcazioni Namib, con a bordo il campione Mauro Pelaschier, Makara, Tabù, Tesse, Ilda e Nausicaa of Harwich del giramondo Pavel Car.
 
Le artiste E. Tenti e S. ScarpelliniLE INIZIATIVE A TERRA
Le iniziative in banchina rappresentano il naturale completamento di un raduno di vele d’epoca. Anche da Valdettaro non sono mancati eventi collaterali, a cominciare dalla mostra documentaria sull'archeologia subacquea a cura della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria nella quale si sono potute ammirare anfore, statue e altri reperti di epoca romana. Una mostra fotografica e didascalica a cura di Davide Marcesini e Davide Gazzarini ha ripercorso i lavori di refit di Umiak Secondo, un Sangermani del 1956. Altre immagini documentavano il recupero sostenibile di un Gozzo Pexino, mentre le artiste Emanuela Tenti e Silvia Scarpellini hanno esposto le loro opere, acquerelli e sbalzi di mare su rame. Sabato sera si è invece tenuto “Il combattimento tra il sole e la luna”, spettacolo di intrattenimento a cura dello Studio Festi che ha fatto danzare in cielo grandi sfere colorate, 'mosse' da attori-danzatori.
 
Nausicaa of HarwichLE REGATE A SFIDE  DIRETTE ... E QUALCHE INCIDENTE
Due le regate organizzate dalla sezione velica Forza e Coraggio presieduta da Max d’Elia in occasione del Valdettaro Classic Boats, ma senza certificati di stazza o classifiche basate su tempi compensati. Ogni barca poteva sfidare chiunque, secondo il metodo della ‘sfida diretta’ e mettendo in palio ciò che voleva, dalla bottiglia di vino alla cena, dall’aperitivo per tutto l’equipaggio a un accessorio nautico. Il funzionamento è semplice. Durante il briefing della mattina ogni armatore lancia la propria sfida che, se accolta, viene registrata su una lavagna. A fine regata si fa la conta di chi ha vinto e di chi ha perso. Tutto qua. Niente proteste e nessuna complicata elaborazione post-regata, solo puro divertimento tra gentleman del mare. Da segnalare un piccolo incidente tra Mopi e Famalù, che si è ‘dovuto’ scontrare con la poppa di quest’ultimo per evitare, sulla linea di partenza, una collisione ormai certa con Nausicaa of Harwich. Pochi i danni, ma tanto lo spavento e il dispiacere. Nella giornata di domenica la goletta Orion ha invece rotto l’alberetto della randa di trinchetto, ma anche in questo caso nessun pericolo per l’equipaggio. Per tutti gli armatori: come già ricordato in occasione del briefing mattutino lo scoglio Torre Scuola, appena fuori dalla diga della Spezia, quando si proviene da sud deve essere sempre lasciato a sinistra. Ma si sa, spesso questi armatori poco avvezzi alla competizione interpretano in maniera ‘creativa’ le istruzioni di regata.
 
Orianda vince il Premio Mopi 2013ORIANDA VINCE IL PREMIO MOPI 2013
Premiare l’armatore che meglio ha documentato la storia della propria imbarcazione. Questo lo spirito del Premio Mopi, riconoscimento istituito dal fiorentino Francesco Barthel, armatore dello sloop Mopi del 1953. La premiazione della quarta edizione del premio è avvenuta proprio in occasione del Valdettaro Classic Boats. La vittoria finale è andata allo schooner a vele di taglio Orianda del 1937 (assente alla manifestazione) dell’armatore Tomas de Vargas Machuca. "Tomas aveva già partecipato alla terza edizione del Premio Mopi” ha precisatoFrancesco Barthel e non era riuscito a vincere per pochissimi punti. Tomas si è meritato questo premio perchè si è reso protagonista di un lavoro di ricerca impressionante; egli rappresenta l'esempio perfetto dell'armatore che ama la storia della propria barca e che quindi partecipa al Premio Mopi". La giuria era composta dal Comandante Flavio Serafini, dal giornalista Corrado Ricci e dallo stesso Barthel. Orianda si è aggiudicata un acquerello della sua barca realizzato dall’artista genovese Emanuela Tenti.
Miranda III vince tra gli 8 Metri S.I.LE PREMIAZIONI E I RINGRAZIAMENTI
Grande la soddisfazione di Ugo Vanelo, amministratore delegato del Cantiere Valdettaro, in occasione della premiazione che domenica pomeriggio ha concluso la manifestazione. Ma siccome un detto recita che “... dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna ...” non possiamo non citare Daniela Laganà, braccio destro di Vanelo. E’ lei che, con piglio, decisione e tanta concretezza, ha coordinato le attività di preparazione della manifestazione. Ovunque ti girassi in banchina la trovavi sempre intenta a organizzare qualcosa, compresa la grande cena degli equipaggi tenutasi in banchina sabato sera. Un grazie anche a Davide, uomo cardine del cantiere Valdettaro, ma soprattutto al giornalista Corrado Ricci e all’armatore Francesco Barthel. Questi ultimi due, insieme allo stesso Vanelo, facevano parte del triumvirato senza il quale molto difficilmente si sarebbe potuto realizzare il raduno. Questi i premi assegnati: Namib (miglior piazzata nelle due prove), Vergilius (derive), Miranda III (8 Metri S.I.), m/y Red (Premio Passione e Dedizione), Orion (coraggio e disponibilità), Quinto Remo (incursioni e spettacoli in mare).
 
Margaret (1)LE COSE DA MIGLIORARE ... E IL FUTURO
Barche d’Epoca e Classiche ha avuto l’opportunità di partecipare al Valdettaro Classic Boats a bordo del motoryacht Red di Piero Maria Gibellini, Presidente della Riva Historical Society, che ringraziamo pubblicamente. Nulla da dire su come sia stato organizzato e condotto l’evento, ... ma forse quello che è mancato di più sembra essere stato il pubblico in banchina, quello che spontaneamente accedeva al Cantiere Valdettaro per visitare la flotta. Van bene i cartelloni pubblicitari in città, ma un bel manifesto gigante in prossimità dell’ingresso del cantiere con la scritta ‘Raduno di barche d’epoca e classiche – Ingresso libero’ non avrebbe guastato. Purtroppo accade spesso che chi si avvicina a proprietà private, com’è Valdettaro, avverta una sorta di timore reverenziale ad accedere, non sapendo bene se può farlo o meno. Non aiuta la presenza ai cancelli di ingresso di personale addetto alla regolamentazione dei passaggi, spesso sembra siano lì ad impedire gli accessi piuttosto che a favorirli. Poco male, si può rimediare alla prossima edizione ... anche se in occasione dei precedenti raduni avevamo constatato che sussisteva analoga situazione. In futuro, la sfida più importante per il Valdettaro Classic Boats sarà quella di coinvolgere nuove imbarcazioni provenienti anche da altre località. Molte delle barche partecipanti hanno infatti eletto come proprio porto di stazionamento Le Grazie o altre città vicine, da Viareggio a Genova. Troppo facile. Si rende necessaria un’opera di ‘proselitismo’, basata su incontri barca per barca in occasione dei vari raduni che si terranno in Italia e in Francia nei prossimi due anni. Costerà tempo e fatica, ... ma sarà l’unico modo per incrementare il numero dei partecipanti e la qualità della flotta. 
 
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