Il padovano Leonardo Bortolami è coinvolto in un Dottorato di ricerca che prevede il restauro di Aretusa e Acanto, due Dragoni storici in legno costruiti rispettivamente nel 1956 e nel 1966, rimessati presso il Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone. Partendo da una serie di rilievi, effettuati con tecnologia laser scanner, si sta procedendo al complesso recupero dei due scafi. Il progetto, della durata di tre anni, contribuirà a consolidare una procedura che potrà essere messa a disposizione di ogni armatore intenzionato a restaurare la propria barca storica.

Di Leonardo Bortolami – Aprile 2013
Fotografie di Leonardo Bortolami
05 - Modello tridimensionale della struttura trasversale di AretusaUN DOTTORATO SUL RESTAURO
Dal Gennaio 2011 ho la fortuna di svolgere un interessante Dottorato di ricerca, organizzato da LaBoRA, Laboratorio di Restauro Architettonico interno al Dipartimento di Architettura di Ferrara, e dal Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone.
La tematica dell’attività di ricerca è l’intervento di restauro e messa in sicurezza di imbarcazioni storiche, d’epoca e classiche naviganti. L’interesse per il recupero e la conservazione di questa categoria di barche, gli indispensabili requisiti di sicurezza richiesti dagli enti certificatori e la possibile tutela secondo il Codice dei Beni Culturali D.Lgs. 42/2004, generano una serie di problematiche che aprono prospettive per tale attività.
 
IL PROGETTO
Il progetto prevede la proposta di linee guida per agli addetti del settore,al fine di indirizzare la procedura conservativa di imbarcazioni a struttura lignea e composita legno-metallo. Le linee guida affronteranno i diversi aspetti dell’atto restaurativo, dalla fase conoscitiva del manufatto e della sua storia, alle metodiche prettamente operative, passando per tutte le procedure di valutazione dello stato di conservazione e di rilievo dimensionale e materico, tipiche della disciplina del restauro architettonico.Un “trasferimento tecnologico” delle pratiche del restauro architettonico verso quelle del restauro d’imbarcazioni, risulta importante al fine di avvalersi del notevole know-how acquisito dalla prima disciplina, caratterizzata da metodologie e competenze di riconosciuta validità.
 
20 - Vista interna dello scafo di Acanto con varie ordinate gia sostituiteLO STUDIO E LA PRATICA
Il mio percorso formativo diversificato tra l’ambito architettonico e quello nautico, grazie ad una laurea triennale in Scienze dell’Architettura ed una magistrale in Design Navale e Nautico, consente di curare la stesura dei risultati della ricerca con chiari riferimenti alla tecnologia dell’architettura ed al restauro, pur senza trascurare le necessarie competenze di costruzione nautica tradizionale. Inoltre precedenti stage, la partecipazione a un corso professionalizzante per Addetto alla Costruzione di Imbarcazioni in Legno e non da ultimo alcune esperienze di restauro e manutenzione eseguite in proprio, mi stanno permettendo un approccio pratico tale da poter verificare le ipotesi della ricerca ed eventuali soluzioni direttamente sulle barche.
 
DUE DRAGONI AI RESTAURI: ACANTO E ARETUSA
Il progetto, della durata triennale, prevede infatti fasi di ricerca teorica e verifica pratica in cantiere su due casi studio identificati come campi di verifica adatti allo scopo. Le barche, attualmente rimessate al Cantiere Alto Adriatico di Monfalcone, sono due Dragoni, rispettivamente Acanto costruito all’Hannibal di Monfalcone nel 1966 e la famosa Aretusa I-18, dell’olimpionico Sorrentino, costruita dal cantiere danese Børresen nel 1956 e sulla quale la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giuliaha posto il vincolo dichiarandola bene di interesse culturale. Le barche di questa classe appaiono un caso studio adatto alle attività del Dottorato, in quanto presentano una struttura sufficientemente complessa, tipica dell’imbarcazione classica e paragonabile a quella di barche di maggiori dimensioni. Acanto ed Aretusa inoltre, presentano problematiche di degrado molto differenti, consentendo quindi una verifica a tutto campo e la focalizzazione sulle cause dei danneggiamenti in relazione ai loro trascorsi precedenti.
 
25 - Vista dallalto delle due imbarcazioniIL RILIEVO CON TECNOLOGIA LASER
Entrambi i Dragoni sono stati oggetto di un’attenta verifica dello stato di conservazione delle strutture e della raccolta di un completo apparato fotografico che costituisce costante riferimento durante tutte le fasi del restauro. Su Aretusa sono state svolte ulteriori analisi: unrilievo con tecnologia laser scanner (grazie alla collaborazione col DIAPReM del Dipartimento di Architettura di Ferrara) che permette l’acquisizione di datiad altissima precisione, con possibilità di verifica di deformazioni globali e locali delle forme, e una caratterizzazione dei legnami (grazie alla collaborazione con i laboratori del CNR IVALSA) attraverso cui, con analisi di laboratorio, si identificano le esatte specie legnose dei campioni prelevati dall’imbarcazione. Grazie a queste ed altre attività sono stati redatti due specifici progetti di restauro, diversi in contenuti, interventi e cronologia, in considerazione dei diversi problemi riscontrati.
 
LE ORDINATE PIEGATE A VAPORE
Dal mese di Ottobre 2012 ho iniziato l’intervento di restauro di Acanto, il Dragone più danneggiato. Su questa imbarcazione si rende necessario il ripristino delle funzioni strutturali di chiglia ed ordinate per mezzo di consolidamenti e sostituzioni, la demolizione e la successiva messa in opera di gran parte del fasciame e della coperta. Le lavorazioni si sono rivelate piuttosto complesse a causa della presenza di ordinate piegate a vapore non innestate in chiglia per circa il 60% della lunghezza della barca; la solidità in tale costruzione è garantita dalle ferramenta di vincolo tra strutture trasversali e corsi longitudinali, imponendo la presenza di entrambe le trame per il mantenimento delle forme della barca.
 
03 - Vista tridimensionale del profilo di AretusaIL RISPETTO DELLE REGOLE DI STAZZA
Il ripristino delle ordinate è stato ad oggi l’intervento più complesso, in quanto eseguito con la tradizionale tecnica della piegatura a vapore, che ha richiesto l’acquisizione di esperienza soprattutto in relazione al grado di stagionatura, di vaporizzazione e alla tecnica di messa in opera delle ordinate stesse. A causa dei rischi di deformazione, è stato necessario programmare con attenzione gli interventi per sfruttare l’originale fasciame come dima durante la curvatura delle ordinate, al fine di ottenere solidità della struttura trasversale che andrà fasciata successivamente con i corsi consolidati e o sostituiti progressivamente. La complessità d’intervento è data anche dalle regole di stazza previste dall’IDA (International Dragon Association) che impongono variazioni minime nelle forme dello scafo e negli spessori delle componenti.
 
IL CONSOLIDAMENTO DI ARETUSA
È prevista per i prossimi mesi la lavorazione su Aretusa; il suo intervento di recupero si prospetta più semplice, data la minor gravità del degrado riscontrato. Il progetto prevede il consolidamento parziale della chiglia, delle costole fessurate e spezzate, la costruzione di un nuovo torello, lo smontaggio dello specchio di poppa per le verifiche nella zona di attacco della landa del paterazzo e il consolidamento delle doghe di rivestimento della tuga. I lavori saranno poi completati con l’applicazione dei necessari cicli pitturativi di protezione delle superfici.
 
07 - Il degrado dello specchio di poppa di AcantoIL CONTRIBUTO A UN SETTORE IN CRISI
Le due esperienze di restauro, unite all’attività di studio e ricerca del dottorato, mi offrono la possibilità di fornire un contributo ad un settore in crisi, concentrandomi in particolare in quello della nautica classica in legno, che negli ultimi anni vede l’ormai rara presenza di cantieri specializzati. La speranza è quella di giungere a conclusioni che possano essere accolte e percepite d’utilità ed efficacia dagli addetti del settore, nonché da privati che in autonomia desiderano prendersi cura con approccio scientifico della propria barca.
 
 
VISITA IL SITO
www.leonardobortolami.com 
 
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