A Cadimare, borgata nel Golfo della Spezia, sorge la Baracca Faggioni. Edificata nel 1920, in pochi metri quadrati raccoglie preziose testimonianze del lavoro del maestro d’ascia, dal vecchio banco di lavoro agli attrezzi impiegati per costruire e riparare le imbarcazioni in legno. Ogni anno viene visitata regolarmente da scolaresche e appassionati di marineria tradizionale. Oggi la Baracca Faggioni continua ad appartenere all’omonima e storica famiglia di costruttori navali e yacht designer.
 
Di Corrado Ricci – Gennaio 2015
Fotografie di Paolo Maccione
 
 
La Baracca Faggioni. Foto MaccioneUN CAPANNONE 8 PER 5 METRI
Un capannone di 8 metri per 5, col tetto in lamierino ondulato, le pareti esterne composte da doghe di larice incastrate e il pavimento costituito da tavoloni di pino fanno da fragrante contenitore dell'ultima testimonianza superstite nel golfo della Spezia di laboratorio-fucina del maestro d’ascia. Si trova a Cadimare, in fregio alla battigia, dove una volta tutto il litorale era consacrato all'attività dei cantieri navali. Questi sono spariti, insieme alle prodezze di cui erano capaci: ad esempio fare carena ad un veliero coricandolo su un fianco, attraverso un ingegnoso sistema di paranchi. Ora lì è sorta una piazza che prende il nome della famiglia che ha fatto la storia delle costruzioni navali nel borgo e nel golfo della Spezia: quella dei Faggioni. La 'baracca' di famiglia è rimasta lì, col suo bancone da lavoro, gli attrezzi attaccati in ordine alle pareti, foto d'epoca, santini, uno stock di legni 'storti' a testimoniare che le barche nascevano nella testa dei maestri d'ascia e nei ... boschi.
 
Il Gatto Nero rimessato all'interno della Baracca Faggioni. Foto MaccioneLA BARACCA E IL “GATTO NERO”
Fu edificata nel 1920 da Guido Faggioni (socio del cantiere Argo delle Grazie) e dai suoi fratelli, tutti maestri d’ascia. “Qui le barche si concepivano, tracciavano e costruivano con il garbo, ovvero con quella sensibilità che è anch’essa parte, forse la più importante, di quello che oggi chiamiamo “know how”, spiega Stefano, nipote di Guido, custode dello scrigno e dei suoi tesori. Come lo scafo più noto tra quelli usciti dalla baracca. E' quello con il quale la borgata partecipò e vinse la disfida remiera del Palio del Golfo (la gara di voga tra gli equipaggi rappresentanti le 13 borgate del golfo della Spezia) nel 1934. Un “violino” di forme rivoluzionarie, composto da ordinate di olmo, fasciame di douglas da 6 millimetri di spessore e uno straordinario peso di soli 54 chilogrammi. Si chiamava, e si chiama, Gatto Nero. Il perchè? Nel luglio di quell'anno spirò la madre dei fratelli Faggioni, Isolina, e la barca venne pittata di nero in segno di partecipazione della borgata al lutto di famiglia.
 
Francesco Faggioni all'interno della Baracca. Foto Maccione (1)DA UGO E FRANCESCO … A STEFANO FAGGIONI
Con la scomparsa di Guido, avvenuta nel 1977, la baracca rimase parzialmente attiva grazie alla volontà dei figli Ugo e Francesco che, nel frattempo, si lanciavano nello yacht design, con un valore aggiunto rispetto ai normali ingegneri ... loro avevano vissuto a pane e trucioli di legno, vivendo col tatto i piccoli grandi problemi delle costruzioni navali. Ugo ne fece una professione e diventò una star internazionale della progettazione nautica, compulsandone lo sviluppo in Italia. Lo fece con le sue idee geniali ma sempre con il 'cuore' nella baracca di Cadimare, dove nel frattempo giocava il figlio Stefano che, dalla scomparsa di Ugo, ha raccolto il testimone, consolidando la fama internazionale dello Studio Faggioni Yacht Design. Ed ecco qui l'altra “prova” della peculiarità della trasmissione familiare dell'arte delle costruzioni navali. E del senso della missione che investe chi, per giovane età, è terminale della tradizione che viene da lontano. Non a caso la memoria del mestiere è stata ben illustrata dal documentario video "Mastri d'Ascia, Poeti del Golfo" realizzato da Stefano Faggioni e Andrea Vari che hanno intervistato gli anziani pratagonisti di un mondo scomparso.
 
UN VALORE MUSEALE A DISPOSIZIONE DELLE SCOLARESCHE
La baracca, intanto, è diventata meta di scolaresche, visitatori: il suo valore museale si impone anche nelle guide turistiche. Materiali e attrezzature all'interno della Baracca Faggioni. Foto Maccione (17)Ad accoglierli, pretendendo solo attenzione, c'è Francesco, con i suoi racconti dal sapore malinconico, ma intriso di orgoglio, che si fanno anche sprone, sfida. Sì, la baracca nel 2008 è diventata il cuore pulsante di una grande impresa: la costruzione di un piccolo veliero armato a caracca sulle spoglie del relitto di una scialuppa di salvataggio. Ne è stato artefice principale, su disegni di Francesco Faggioni, il comandante Fabio Castiglia, un trascinatore: la sua idea era quella di dotare la borgata, regina del Palio del Golfo, di una barca che avesse un effetto analogo a quello della curva su una squadra di calcio. Il nome è già un programma: Quinto Remo (quattro sono i remi dello scafo tipo Palio ...). L'impresa ha coinvolto vecchi e giovani del paese: i primi ansiosi di trasmettere alle nuove generazioni il loro sapere, i secondi messi a tu per tu con un patrimonio che, altrimenti, avrebbe rischiato di perdersi.
 
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www.studiofaggioni.com
 
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