All’interno del Registro unico per le imbarcazioni da diporto, sollecitato dall’Ucina al Governo, si vorrebbe creare un Registro delle Imbarcazioni d’Epoca, suggerito dall’Associazione Vele Storiche Viareggio e dalla Soprintendenza di Genova. Se realizzato, sull’esempio di quanto già avviene per le auto storiche, i possessori di scafi d’epoca potrebbero godere di vantaggi quali la riduzione della tassa di possesso, l’esclusione dal redditometro e la detrazione fiscale per le spese di mantenimento. Allo studio anche la costituzione di una Federazione composta dalle Associazioni di categoria, che possa interagire direttamente con il Ministero dei trasporti. 

Di Roberto Giacinti (Vele Storiche Viareggio) e
Guido Rosato (Soprintendenza Genova) – Ottobre 2013
Fotografie di Paolo Maccione
Il timone di Royono (Foto Maccione)LA PREVISIONE NORMATIVA DEL REGISTRO TELEMATICO
E' sicuramente merito dell'Ucina l'aver sollecitato al Governo l'istituzione del Registro telematico per le imbarcazioni e le navi da diporto (1). Un Registro che non rappresenti solo una anagrafe fiscale, ma che possa anche stimolare l'attrazione di nuove risorse pubbliche e private che possano alimentare il lavoro dei cantieri e quindi l'occupazione delle maestranze. La legge ha disposto che, nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sia istituito il Sistema Telematico Centrale della nautica da diporto comprensivo dell'Archivio Telematico Centrale contenente informazioni di carattere tecnico, giuridico, amministrativo e di conservatoria riguardanti le navi e le imbarcazioni da diporto. Con specifico Regolamento devono essere stabilite le modalità per l'attuazione del Sistema e dell'Archivio generale, ovvero del trasferimento dei dati dai registri cartacei a cura degli uffici marittimi e della motorizzazione civile.
Nell'ambito del Sistema è parimenti istituito lo sportello telematico del diportista, allo scopo di semplificare il regime amministrativo concernente l'iscrizione e l'abilitazione alla navigazione. Bene al Registro, ma noi tutti auspichiamo che serva per semplificare i controlli, avviare lo snellimento burocratico, dare conoscenza all'industria, alla programmazione dei porti, ecc.
 
  
LA CREAZIONE DEL REGISTRO IMBARCAZIONI D’EPOCA, R.I.E.
Crediamo che dal Registro unico sia possibile estrarre il Registro delle Imbarcazioni d'Epoca al fine di alimentare, con l'aiuto dalla completa conoscenza del fenomeno, la diffusione di una cultura tesa alla conservazione, e quindi al mantenimento in attiva navigazione, di imbarcazioni che a vario titolo rappresentano un pezzo della nostra cultura e della nostra storia.
Per quanto riguarda l’istituzione di un Registro pubblico, ricordiamo la proposta fatta dalla Associazione A.R.I.E. nel 2003, quando, dopo aver sensibilizzato l’opinione pubblica e il Parlamento su questo tema ed aver collaborato alla stesura di un articolato di legge, A.R.I.E. riuscì a ottenere l’approvazione di un ddl sulla tutela delle imbarcazioni di valore storico e di tradizione, che, successivamente, fu inserito nelle Leggi Quadro del Ministero per i Beni Culturali.
Anche l'Associazione Vele Storiche Viareggio ha rappresentato questo importante interesse e con particolare analiticità nel Convegno tenuto nel 2008, a latere dell’annuale Raduno, nel quale fu presentata una originale bozza di ddl sull'argomento ora interessato dalla legge (2).
Anche la Soprintendenza per i Beni Culturali di Genova ha recentemente promosso l’istituzione di uno specifico Registro per censire, catalogare e tutelare le imbarcazioni storiche meritevoli di essere annoverate tra i Beni Culturali (3).
Il Registro dovrebbe accogliere tutte le imbarcazioni che, pur sono a vario titolo patrimonio culturale del nostro paese anche se non rispondenti alle previsione del Codice dei Beni Culturali.
 
Il Convegno di Viareggio del 2008 (Foto Maccione) LA CONCRETA ESPERIENZA DELLE AUTO D'EPOCA
Occorre prendere esempio da quanto avviene per le auto d’epoca: ricordiamo che l'ASI, (Automotoclub Storico Italiano), la più importante federazione nazionale, fondata nel 1966, raccoglie 263 club, con circa 200.000 soci ed è associata alla FIVA (Federation International Des Vehicules Anciens), alla quale aderiscono ben 63 Stati con circa1 milione di aderenti.
La FIVA sostiene che il veicolo storico debba avere almeno 30 anni di anzianità, che debba essere conservato e mantenuto in condizioni storicamente corrette e che faccia parte della tradizione tecnica e culturale, ma la legislazione italiana riduce a 20 anni l'anzianità necessaria per beneficiare di alcune agevolazioni. Come le imbarcazioni, anche i veicoli storici vanno rispettati perchè sono un'espressione dell'arte, che ispira ancora oggi gli stilisti e i tecnici che, oggi come ieri, devono trovare forme semplici. Gli stessi criteri si devono applicare non solo ai veicoli di grande valore economico, ma anche a quelli più modesti, considerando che il fenomeno del collezionismo non è elitario, ma coinvolge moltissime persone.
Un altro importante obiettivo della Federazione, conseguente la volontà di tutelare e conservare i veicoli d'epoca, è quello di proteggere le tec­niche e le professioni necessarie a preservare e restaurare questo patrimonio storico e culturale, mantenendolo vivo per essere ammirato e fruito dalle generazioni future.
 
La goletta Anniventi (Foto Maccione)I VANTAGGI PER I POSSESSORI
Il Registro può rappresentare per lo Stato non solo il monitoraggio della flotta, da gravare di balzelli, ma una vera e propria azione pubblica di promozione e sostegno economico. In questo senso per le imbarcazioni che non possono essere tutelate dal Codice dei beni culturali, ma che meritano, in ogni caso, di essere conservate al meglio, come testimonianza della nostra storia marittima, occorre individuare come possano essere meritevoli di attenzione da parte dello Stato. Per questo è indispensabile operare una classificazione a cura delle Associazioni ed in base a questa estrarre dal Registro Generale i sottoregistri delle barche d'epoca.
I vantaggi potrebbero essere i seguenti:
- la riduzione della tassa di possesso;

- la riduzione dell'aliquota iva sugli acquisti di materiali necessari al restauro;

- l'erogazione di specifici finanziamenti finalizzati esclusiva­mente al restauro dell'imbarcazione consentendo così anche la diluizione in più esercizi della spesa agli effetti del redditometro;

- l'esclusione dell'imbarcazione storica sotto i 14 metri dal redditometro, oppure, l'introduzione di appositi correttivi nel calcolo del redditometro per ridurre - l’incidenza di tali beni nel calcolo del reddito presunto, quali ad esempio dei coefficienti di vetustà;

- la detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute per il sostegno degli oneri economi­ci necessari per sostenere i gravosi obbli­ghi per il restauro.
 
LE DEFINIZIONI: STORICO, EPOCA, CLASSICO
Ogni Associazione ha stabilito statutariamente un'ampia differenziazione nella definizione di ciò che è imbarcazione d'epoca, distinguendo tra storico, epoca, classico.
Particolare attenzione deve essere prestata per le imbarcazioni che possono rientrare nella specifica del Codice dei Beni culturali che dispone la compresenza di due requisiti: l’interesse storico e il tempo senza fornire, però, alcuna definizione del concetto di bene storico-artistico.
Il Codice dispone:
- all’art. 12, che l'imbarcazione sia costruita da almeno 50 anni.
- all’art. 10, che rientrano nei beni culturali anche “le navi e i galleggianti aventi interesse artistico storico o etnoantropologico”.
- all’art. 11 che sono beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela anche “i mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni”.
 
Freeward a Viareggio nel 2008 (Foto Maccione)L'ESIGENZA DI DEFINIZIONE DI VALORE ED INTERESSE STORICO
Pur mantenendo queste differenziazioni ai fini del Registro, ad esempio, potrebbe essere utile riunire le varie definizioni in una classificazione più ristretta che potrebbe essere la seguente:
- Imbarcazioni di valore storico, ovvero quelle costruite da almeno venticinque anni.
- Imbarcazioni di interesse storico le imbarcazioni costruite da almeno cinquanta anni.
Ma le imbarcazioni, per essere considerate di valore o di interesse storico, a prescindere dal requisito dell’età, potrebbero possedere uno o più dei seguenti requisiti:
- siano state progettate o costruite in base a criteri tecnici innovativi all’epoca della progettazione o costruzione;
- siano state conservate in maniera appropriata e in condizioni storicamente corrette;
- rappresentino un caso particolare per il tipo e l’accuratezza della costruzione e per la scelta dei materiali impiegati;
- abbiano avuto traguardi sia sportivi che tecnici che le abbiano rese conosciute nell’ambiente marittimo o sportivo o protagoniste di eventi particolari;
- rivestano valore o interesse storico per le personalità che le hanno possedute;
- abbiano contribuito attivamente allo sviluppo sociale ed economico del Paese;
- siano fedeli riproduzioni di imbarcazioni storiche utilizzate come strumenti sussidiari, illustrativi e didattici.
 
Draumen a Viareggio nel 2008 (Foto Maccione)IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI
Non mancano in Italia e all’estero significativi raggruppamenti associativi che hanno per scopo la tutela e la conservazione delle imbarcazioni d’epoca e di quelle storiche, i quali hanno la cura di conservare le caratteristiche costruttive delle imbarcazioni.
Sarebbe utile, per lo Stato, che queste associazioni fossero riconosciute proprio come soggetti delegati a raccogliere notizia di questo specifico patrimonio, garantendone quindi una raccolta analitica e con obbligo di tenuta e comunicazione annuale degli albi, ai Ministeri competenti. Le associazioni, insieme ai cantieri specializzati ed ai consulenti navali (4), in aggiunta alla passione stessa dell'armatore (5), hanno la cultura necessaria per verificare se le attività di restauro hanno preservato l'essenza della imbarcazione mantenendone la natura originaria.
 
IL CERTIFICATO STORICO
Le associazioni dovrebbero rilasciare, su richiesta ed a spese dei possessori richiedenti, un certificato attestante il valore o l'interesse storico che deve specificare le modalità di conservazione del bene.
Le attestazioni inizialmente autodichiarate dal possessore e comprovate da documentazione fotografica attestante i lavori eseguiti dovrebbero essere certificate dalle Associazioni verificandone il rispetto dei principali valori inerenti la conservazione del bene.
 
LA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI
Preservando la completa autonomia culturale e gestionale delle singole associazioni, una appostaFederazione potrà garantire il Ministero delegante se potrà dimostrare la presenza, nello statuto, dei principi di democraticità, una sufficiente numerosità degli aderenti ed una sufficiente anzianità di costituzione.
La delega alle Associazioni deve trovare in una Federazione un interlocutore comune comunque unico, che dialogando con il Ministero possa individuare al meglio le attività delegabili.
Proponiamo, pertanto, alle Associazioni di costituirsi in una Federazione, ovvero in un organismo che possa cominciare ad interloquire con il Ministero anche per la fase regolamentare.
 
Note:
Legge 24 dicembre 2012 , n. 228, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, legge di stabilità 2013, in GU n. 302 del 29-12-2012.
2Giacinti R. – Marino G., Tutela e valorizzazione di imbarcazioni storiche, in Terzo Settore, Il Sole 24 Ore, n. 12 2006. Giacinti R., Il bene culturale barca visto dalle associazioni, in Nautica, Aprile 2008. Giacinti R., La barca storica come bene culturale, in Nautica, Maggio 2008. Giacinti R. - Fani. A., Proposta di legge sull’istituzione del Registro delle Imbarcazioni di Interesse Storico, Viareggio 2009.
3 Rosato G.,La tutela e il restauro delle imbarcazioni storiche, http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=583566 , 2011
4 Zaccagni E, Vintate Yachts: il lavoro del project management in Yachting Quarterly, n. 10/2006.
5 Barthel F., Piccolo, grande Mopi, in Yachting Quarterly, n. 11/2006.
 
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