Storia di Voyager, schooner aurico varato nel 1929 su disegni del grande progettista John Alden. Per circa 40 anni è appartenuto ad una coppia di americani, che su questa barca ha vissuto e compiuto un giro del mondo durato nove anni. Nel 2002 ha subìto un importante restauro in Thailandia. Oggi, dopo la scomparsa del suo armatore, Voyager è in cerca di un nuovo proprietario.

Di Enrico 'Chicco' Zaccagni – Gennaio 2013
Fotografie Archivio Zacboats
Voyager in navigazione di bolinaVOYAGER, CLASSE 1929
Voyager venne costruita nel 1929 da Charles Morse & sons, nello stato americano del Maine, su progetto del più grande progettista di schooner yachts al mondo: John G. Alden. Voyager, ex Tyrone, fu la seconda barca di otto gemelle costruite su uno stesso progetto, il numero 390. Una serie molto fortunata, perché tutte furono barche molto note e famose. Alcune, come Voyager,  sono ancora naviganti. Tra queste Tar Baby, ex Who II, e A. Zaida II. Quest'ultima fu di proprietà di George Ratsey, della famosa veleria di Cowes.
 
LE ALTRE DELLA SERIE
John Alden stesso si fece costruire una barca della serie 390, Rogue, poi ribattezzata Venturer. Diciotto anni dopo, nel 1948, Alden acquistò anche Abenaki (serie 390), con la quale  collezionò importanti risultati in regate oceaniche, tra cui un secondo posto alla Bermuda Race del 1950. Il progettista aveva 66 anni e la barca 20 anni ... e non c’erano categorie con abbuoni per età!
 
L'ARMATORE PETER PHILLIPS
La storia di Voyager diventa interessante, e forse unica, dopo il suo acquisto da parte di Peter Phillipps (architetto e professore al Brooklyn College) nel 1972, perché dal momento in cui Peter divenne il padrone, o meglio il servo dedicato, come Peter usava dire con grande rispetto e adorazione, Voyager è diventata via via più bella, più affascinante, più performante. Tutto ciò grazie alle cure meticolose ed ai successivi restauri che Peter le dedicò. Ma Voyager non è la barca che sosta ad un pontile di un marina elegante tutto l’anno in attesa di qualche regata tra le boe con le altre barche d’epoca o di una crocierina estiva con la famiglia. Voyager, tra un restauro e l’altro, ha compiuto numerose traversate atlantiche ed un giro del mondo con quanti più scali possibili, per amore della navigazione di Peter e di Jeanette.
 
Voyager, vista di poppaAI CARAIBI
Nel 1992 li incontrai ad Antigua durante il mio periodo caraibico con Alzavola, il due alberi del 1924 sul quale vivevo. Queste due barche, entrambe con lo scafo nero, erano le icone della storia dello yachting degli anni Venti. L'una uno schooner americano, l’altra un ketch inglese. E noi, i curatori pro tempore di quei piccoli musei galleggianti e naviganti che avrebbero sicuramente dimostrato, grazie alla ottima costruzione e alla cura, di poter durare tanti anni oltre alla vita umana.
 
URAGANO IN ATLANTICO
Voyager proveniva da New York, da dove era salpata per i Caraibi. Ma il programma fu modificato dall’incontro con l’uragano Francis, al largo delle coste del South Carolina. Per un bravo marinaio non c’era altro da fare che correre davanti all’uragano e cercare di mantenersi nella periferia , quindi Voyager si trovò a navigare fino … alle Azzorre con venti di tempesta e localmente uragano con onde fino a 12 metri tra il traverso e il giardinetto di dritta. Alle Azzorre non ci fu modo di tirare la barca in terra e pitturarla dopo l’abrasione sulle fiancate di tanta navigazione tempestosa, quindi i Phillips ripartirono per le Antille e li trovai ad Antigua per le regate in aprile dopo le manutenzioni già effettuate!
 
IL GIRO DEL MONDO IN NOVE ANNI
Poi, nel 1995, rincontrai i Phillips a Cumana, in Venezuela, dove Alzavola era sottoposta a ordinaria manutenzione e Voyager a un parziale restauro con sostituzione di tavole di fasciame. Da allora Voyager intraprese il suo viaggio intorno al mondo via Panama in nove anni, tornando in America attraverso il Mar Rosso ed il Mediterraneo, scandito dalle manutenzioni nei luoghi più remoti e più sognati dai velisti: Nuova Zelanda, Australia, Nuova Caledonia, Vanuatu, Borneo, Filippine.
 
Voyager, il restauro in Thailandia (1)IL RESTAURO IN THAILANDIA
Nel 2002, in Thailandia, vicino a Phuket, nella Boat Lagoon, Voyager ebbe l’ultimo e più prestigioso restauro. Era necessario sostituire le tavole di fasciame, il ponte di coperta e qualche ordinata, dopo 30 anni di navigazioni e migliaia di miglia con ogni tempo e mare. Scrive Peter: “Le prime notti Jeanette ed io continuavamo a dormire a bordo con la barca in cantiere ai lavori anche se mancava qualche tavola, e ogni notte dormivamo meglio nonostante il caldo e l'umidissimo clima equatoriale. La nostra cabina era molto più ventilata senza alcune tavole di fasciame, ma quando il cantiere iniziò a smantellare la coperta ci ritrovammo a dormire all’aperto, e fu la prima volta dopo 30 anni che dovemmo cercare un alloggio diverso dalla nostra barca”. Le riviste nautiche americane hanno scritto spesso notizie e articoli su Voyager attorno al mondo. E Peter e Jeanette hanno inviato foto e reportage dei loro viaggi, oltre 150.000 miglia in 40 anni. Il restauro di Voyager in Thailandia è descritto molto bene negli articoli di Peter e nelle foto di Jeanette.
 
L'ADDIO DI PETER, VOYAGER IN VENDITA
Voyager, tornata nel Maine con una struttura ed un fasciame e manutenzioni perfette, è ora in vendita. Jeanette è sola, e non vuole navigare da sola. Peter l’ha lasciata per un viaggio eterno in solitario, alla scoperta di isole e emozioni che non potremo mai conoscere dai suoi scritti.
 
Voyager in navigazione a NantucketVOYAGER - LA SCHEDA TECNICA
Anno varo: 1929       
Progetto: John G. Alden - USA 
Nazionalità: USA                                
Cantiere: Charles Morse & sons (Maine - USA)       
Classe: Progetto n° 390                       
Armo velico: schooner aurico             
Lunghezza f.t. : 20,10 mt.
Lunghezza in coperta: 15,30 mt.   
Lunghezza al galleggiamento: 12 mt. 
Larghezza: 4,28 mt.                                 
Pescaggio: 2 mt.                                       
Motore: Perkins 4236 - 85 hp                                  
 
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