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La passione per le barche d’epoca ha spinto una famiglia di Padova a ricercare in Svezia un piccolo scafo da crociera, trasferirlo in Italia e intervenire personalmente nell’opera di restauro. Oggi Costanza, un modello Vindö 28 realizzato nel 1964 dal cantiere svedese Nötesunds Varv AB, naviga e si fa ammirare in Adriatico. Le sue linee di costruzione ricordano quelle del P28, un noto progetto del cantiere Hallberg Rassy. Leggete e scoprirete perchè ...

Di Leonardo Bortolami – Aprile 2013
Fotografie di Leonardo Bortolami – Immagini storiche concesse dal museo Bohusläns
01 - Il cantiere Notesunds Varv AB negli anni 60STORIA DEL CANTIERE VINDÖ
Costanza è stata progettata e costruita da Carl Andersson, discendente di una famiglia che per due generazioni ha prodotto in Svezia barche da pesca, pilotaggio e successivamente da diporto. Carl Andersson inizia la sua attività nel 1926 fondando il Nötesunds Varv AB, cantiere situato sull’isola svedese di Vindö, a sud di Göteborg. Attorno alla metà degli anni ‘30 è conosciuto per essere un abile costruttore di imbarcazioni da regata come i 22 Square Meter, i "Koster“ svedesi e i Dragoni. Nei primi anni sessanta il figlio Karl Erik, ingegnere navale, assume la gestione del cantiere e affianca il padre Carl al tavolo di progettazione.
 
1961: NASCE LA PRIMA VINDÖ
Nel 1961 Carl Andersson progetta e realizza la prima delle imbarcazioni della serie Vindö, chiamata Vindö 28 a cui appartiene Costanza, costruita nel 1964. L’imbarcazione è uno sloop da crociera a chiglia lunga sugli otto metri, con una superficie velica totale di 28 metri quadri (da qui il nome identificativo del modello). In quegli anni lavora al cantiere un operaio tedesco, Ghristhoph Rassy, fondatore in seguito del famoso cantiere Hallberg Rassy, che tra le prime imbarcazioni proporrà il P28, sloop anch’esso costruito in legno e per caratteristiche di progetto e realizzazione molto simile al Vindö 28. Nel 1963 si affiancano la produzione del Vindö 30, Vindö 18 e Vindö 22. Successivamente il cantiere opta per una costruzione mista: questi ultimi modelli vengono convertiti per la realizzazione con scafo in vetroresina e sovrastrutture, coperta ed allestimenti interni in legno. Gli ultimi modelli innovativi proposti dal cantiere sono il Vindö 32, Vindö 40, Vindö 50, Vindö 65 e Vindö 90.
 
02 - Carl Andersson vicino a una barca in costruzioneLA TECNICA DI COSTRUZIONE
Il sistema costruttivo delle imbarcazioni realizzate totalmente in legno prevede una tecnica simile a quella adottata per la costruzione dei Dragoni. La realizzazione dello scafo avviene tramite l’utilizzo di seste montate provvisoriamente sulla chiglia in rovere, alle quali vengono avvitati e incollati tra loro, tramite impiego di colla rossa, i corsi di fasciame in mogano. Successivamente, una volta completato il guscio, sono rimosse le seste e poste in opera le strutture interne, ovvero i madieri in rovere e le ordinate di frassino piegate a vapore. La ferramenta di accoppiamento delle ordinate al fasciame è costituita da chiodi in rame ribaditi. Questo sistema costruttivo porta alcuni vantaggi rispetto al più tradizionale fasciame calafatato, tra i quali spiccano la rigidezza dello scafo, essendo i corsi incollati e non solo affiancati e una riduzione della manutenzione grazie all’eliminazione delle operazioni di calafataggio.
 
LA RICERCA DELLA BARCA
La passione che ha sempre nutrito mio padre per le imbarcazioni classiche, che io ho assorbito e condiviso al punto tale da farne divenire una professione, ci ha portato alla ricerca di un’imbarcazione costruita da un cantiere rinomato per qualità costruttiva e di progetto da restaurare amatorialmente. A tal fine abbiamo fissato alcuni requisiti indispensabili per individuare l’oggetto dei nostri desideri: lunghezza tra gli 8 e i 9 metri, baglio minore di 2,5 metri per evitare un trasporto eccezionale su strada, condizioni di conservazione tali da non richiedere lavori strutturali significativi e assenza di interventi di modifica al progetto originale. La ricerca, in particolare, si è incentrata sul mercato svedese, data la notevole offerta di simili imbarcazioni a prezzi più contenuti.
 
10 - Costanza il giorno dellarrivo in ItaliaIL SOPRALLUOGO IN SVEZIA
Dopo un periodo trascorso a consultare siti web e valutarne le offerte, ci siamo imbattuti in un annuncio pubblicato nella primavera del 2007 su www.begamarknadbatnet.se che riguardava quella che poi sarebbe diventata Costanza: la barca (all’epoca Sweet) riposava in secco da 4 anni sulle rive del lago di Orebro nella Svezia sud-occidentale a circa 240 Km ad ovest di Stoccolma; i proprietari rassicuravano sullo stato generale della struttura e il buon livello di manutenzione. Al fine di constatare quanto descritto, abbiamo organizzato un viaggio ad Orebro: la barca ci stupisce confermandosi al primo sguardo di “sana e robusta costituzione”.
 
L’ACQUISTO DI ‘COSTANZA’
Le impressioni post sopralluogo non hanno tradito le aspettative e i particolari hanno confermato la costruzione accurata da parte del cantiere e l’originalità dell’imbarcazione: i corsi di fasciame continui da prua a poppa, l’opera viva protetta solo da un abbondante strato di catrame, il pozzetto particolarmente protetto, le panche, la tuga e paioli realizzati in tavole massicce di mogano senza alcun impiego di compensato ci hanno fatto intuire di aver individuato la barca giusta. Nonostante questo abbiamo notato anche problematiche connesse con lo stato di degrado: alcuni comenti scollati per diversi metri a causa della prolungata permanenza in secca, particolari della coperta con qualche danno al ponte sotto il rivestimento in teak, la falchetta originale in alcuni punti staccata e scheggiata e in ultimo il pozzetto non stagno, caratteristica peraltro di tutta le serie Vindö 28 e di tante altre barche dell’epoca.
 
13 - Il fasciame in mogano dello scafoIL RESTAURO
Avendo deciso per l’acquisto, dopo non pochi cavilli organizzativi, la barca è arrivata in Italia con trasporto stradale nel maggio 2009 ed è stata rimessata all’aperto presso lo spazio messo a disposizione dall’associazione “I Venturieri” a Valli di Chioggia per i lavori di restauro che sono stati completati nel mese di novembre 2011. Nel restauro, progettato e svolto da mio padre ed io, abbiamo cercato di preservare il carattere originale dell’imbarcazione, sia per ciò che riguarda le tecniche costruttive sia per le scelte di utilizzo dei materiali. Sullo scafo abbiamo rinvergato i comenti fortemente aperti, pur mantenendo l’originale calafataggio con cotonina e stucco del torello, nonché l’intestazione tra le tavole del fasciame e lo specchio di poppa al fine di assecondare le naturali dilatazioni del legno. Per la finitura dell’opera morta abbiamo preferito una colorazione a smalto avorio rispetto alla preesistente vernice trasparente, al fine di contenere il rischio di spaccature del fasciame a causa dell’eccessivo surriscaldamento per l’esposizione al sole del Mediterraneo.
 
11 - La fase di rimozione della copertaUN NUOVO MOTORE
Si è resa necessaria la sostituzione del compensato della coperta, ma abbiamo conservato il 100% della falchetta originale e il 70% del teak di rivestimento della coperta, che è stato incollato secondo il disegno originale tipico delle barche svedesi dell’epoca. La disposizione degli allestimenti interni è rimasta la medesima proposta del cantiere: una cabina di prua con letto a V, un saloncino con due divanetti/cuccette, piano cottura ed armadio vicino al tambuccio d’entrata. Originali sono anche albero e boma in cedro rosso, assieme a tutte le ferramenta in gran parte ricromate o zincate e smaltate; sostituiti invece il sartiame e gli arridatoi e installato un rollafiocco. Per risponderead esigenze di sicurezza, siamo intervenuti con alcune modifiche di rilievo come la costruzione del pozzetto autovuotante, portelli di accesso al motore, panche stagne e l’installazione di un Lombardini 13 hp in sostituzione del motore originario, un Albin 5 hp a benzina perfettamente conservato, privo però della documentazione necessaria per il suo utilizzo in Italia. 
 
GIUGNO 2012: ‘COSTANZA’ TORNA IN MARE
Il varo, organizzato ufficialmente nel Giugno 2012, ha suscitato l’emozione di tutta la famiglia e di molti amici: la bottiglia si è infranta sulla prua al primo colpo. Durante le prime navigazioni Costanza si è confermata un’ottima imbarcazione: è veloce, morbida sull’onda e adatta alle condizioni dell’alto Adriatico, grazie alle forme fini dello scafo e alla discreta superficie velica che le permettono buone andature anche con venti leggeri. L’avventura del restauro è stata senza dubbio impegnativa, ma al tempo stesso coinvolgente al punto tale da poterla ricordare con felicità. Mio padre, io, e talvolta la famiglia intera, si è impegnata per il raggiungimento di un obbiettivo comune. L’avventura di Costanza ci ricorderà sempre che l’impegno vissuto con entusiasmo, coesione e passione può ripagare qualsiasi sforzo.
Si ringrazia l’associazione “I Venturieri” ed in particolar modo il presidente Massimo Perinetti Casoni per l’ospitalità e per i preziosi consigli forniti in fase di restauro.   
 
28 - Costanza in andatura di bolinaCOSTANZA - SCHEDA TECNICA
Anno varo: 1964
Progetto: Carl Andersson - Svezia
Nazionalità: svedese
Cantiere: Nötesunds Varv AB - Svezia
Armo velico: sloop bermudiano in testa d’albero
Lunghezza f.t.: 8,20 mt.
Lunghezza al galleggiamento: 6,50 mt.
Baglio max: 2,35 mt.
Pescaggio: 1,30 mt.
Dislocamento: 3 tonn.
Zavorra: 1,4 tonn.
Motore: Lombardini 13 hp
Superficie velica: 28 mq
Restauro 2011-2012: Paolo e Leonardo Bortolami
 
Il padovano Leonardo Bortolami, classe 1984, ha studiato Scienze dell’Architettura a Venezia. Successivamente si è trasferito a Spezia per frequentare il corso di laurea specialistica in Design Navale e Nautico (interfacoltà tra architettura di Genova e Politecnico di Milano). Attualmente abita a Monfalcone, dove frequenta il Dottorato organizzato tra la Facoltà di Architettura di Ferrara e il Cantiere Alto Adriatico. Presso questa realtà monfalconese apprende e mette in pratica le tecniche di restauro delle imbarcazioni d’epoca e classiche in legno.  
 
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