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5. Bert Richner 2006 Foto F. TaccolaIl 18 luglio 2022 è morto in provincia di Varese, all’età di 89 anni, Bert Richner, indiscusso Maestro di foto di barche a vela. In questo articolo Francesco Gandolfi, il velista armatore di Caligu Terzo Rabbit del 1965 che l’ha conosciuto personalmente, ricorda la figura dell’americano naturalizzato italiano che a partire dagli anni Sessanta ha immortalato centinaia di barche da regata in tutto il Mediterraneo.

Di Francesco Gandolfi – Agosto 2022 
Fotografie di Bert Richner da Archivio Francesco Gandolfi, di Fabio Taccola e Paolo Maccione

BERT RICHNER, IL “FOTOGRAFO DI BARCHE A VELA”

Bert Richner a Varese 2016 Foto Maccione 2Un primo piano di Bert Richner a Varese nel 2016 (Foto P. Maccione)

Il 18 luglio 2022, all’età di 89 anni, si è spento a Bodio Lomnago, in provincia di Varese, Bert Richner, colui che negli anni Sessanta aveva portato nel Mediterraneo l’attività di ‘fotografo di barche a vela’. Era una professione ancora sconosciuta nel Mare Nostrum, c’erano sì, a Genova, a Sanremo, nel Golfo di Napoli, in qualche località della Costa Azzurra fotografi professionisti che quando c’erano le regate spesso da terra ma qualche volta anche dal mare, scattavano delle foto, ma i professionisti della fotografia nautica operavano altrove, su tutti i Beken in Inghilterra e i Rosenfeld negli Stati Uniti. Nella prefazione al suo unico libro di fotografie, e sì che con quelle da lui scattate di libri se ne sarebbero potuti realizzare decine, Bert scrisse di sé “Ritengo di essere il miglior fotografo del mondo di barche a vela con forza zero”; in questa frase c’è tutto quello che lui era e ancora è per chi gli è stato amico: grande ironia, esercitata innanzi tutto nei propri confronti, ma mai sarcasmo, e il gusto tanto anglosassone, soprattutto degli anglosassoni di una volta, dell’understatement.

DALLA GUERRA IN COREA AI CAMPI DI REGATA 
2. EA by Bert Richner
EA by Bert Richner

3. Boomerang by Bert Richner 1
Boomerang by Bert Richner

Ovviamente Bert Richner è stato molto di più che un fotografo di barche immobilizzate in bonaccia; americano del Michigan aveva approfittato dei programmi governativi a favore dei veterani che avevano prestato servizio in Corea per frequentare un corso di giornalismo fotografico, al termine del quale decise di fare il giro del mondo, prima di rientrare in patria e trovarsi un’occupazione. Il viaggio si interruppe però in Europa, sulle coste del Mediterraneo, dove Bert, dopo una breve avventura alla Facoltà di Scienze Politiche di Roma, prima pensò e poi mise in opera la decisione di diventare fotografo di barcheDopo un breve periodo nell’area del Principato di Monaco, Richner si rese conto che la clientela numericamente più consistente e anche più disposta a spendere fosse italiana, milanese in particolare, così, anche sotto la spinta e con l’aiuto concreto di Pierluigi Greppi, fu a Milano, in via Pasquale Sottocorno, che fissò la sua casa e la sua base operativa.

SUL CANOTTO CON L’ASAHI PENTAX
4. Cipi II by Bert Richner
Cipi II by Bert Richner

I regatanti si abituarono presto alla sua figura barbuta che da un canotto o da una lancia, nei primi anni quasi sempre presi in prestito perché la parsimonia di Bert è stata leggendaria, girava loro intorno impugnando uno strano aggeggio al quale erano fissate due fotocamere a grande formato. Erano le sue mitiche Asahi Pentax 6 x 7, il massimo formato possibile con le pellicole a rullo; erano fotocamere modificate da lui stesso, per migliorare la presa e permettere la messa a fuoco con il solo mignolo della mano destra. Questi apparecchi, anche se montati in coppia, permettevano un numero minimo di scatti, ma Bert riusciva sempre a trovare qualche volontario (ovviamente da lui non retribuito in nessun modo … magari nella speranza di carpire qualche segreto), che andasse a bordo con lui per caricare i dorsi di scorta con pellicole vergini, per ridurre al minimo i tempi morti nei quali non si poteva scattare.

LE FOTO DI BERT 
1. Bert 1968
Bert Richner nel 1968 in uno scatto di Francesco Gandolfi, autore del presente articolo

La prima fotografia (Bert – 1968) è stata da me scattata proprio in una di queste occasioni, alla partenza della Regata degli Isolotti del 1968; siamo a bordo della pilotina dello Yacht Club Italiano, organizzatore della regata, che ha seguito i concorrenti sino ad Arenzano. Nell’occasione era con noi anche Francesco Longanesi Cattani, per noi del neonato Centro Velico Caprera lo zio Pimperle, malauguratamente scomparso anche lui da poco, dopo una carriera velica e manageriale che lo ha portato alla guida della comunicazione del Gruppo Prada e di Luna Rossa nell’America’s Cup.

DAL BIANCO E NERO AL COLORE
6. Naif by Bert Richner
Naïf by Bert Richner

7. Sumbra IV by Bert RichnerSumbra IV by Bert Richner

8. Mait II by Bert RichnerMait II by Bert Richner

Le prime fotografie sono state in bianco e nero, e l’incisione, la profondità dell’immagine spesso evidenziata dalla costa o da un’altra barca sullo sfondo, meglio se con qualche nuvola a dare drammaticità alla scena, sono da accademia della fotografia; EA alle Regate Invernali di Genova con la neve sulle colline (EA by Bert Richner), Boomerang, splendida replica mediterranea dello strepitoso Bolero di Sparkman & Stephens (Boomerang by Bert Richner), Cipi II in regata nel Tigullio (Cipi II by Bert Richner) … . Quando passò al colore (Bert – 2006) Bert cambiò anche i soggetti preferiti, dalle andature strette con randa e genova, che contrariamente a quanto pubblicato in questo articolo erano sino ad allora state le preferite, andò alla ricerca di immagini di barche con lo spinnaker – naturalmente qualche cresta bianca, qualche nuvola bella carica e uno sfondo che desse profondità rimasero caratteristiche benvenute anche nelle immagini a colori come quelle di Naïf (Naïf by Bert Richner), di Sumbra IV (Sumbra IV by Bert Richner), del mitico Mait II (Mait II by Bert Richner) .

LA FOTO-REGALO
9. Toti by Bert Richner
Toti by Bert Richner
 

L’ultima fotografia non è certo stata da Bert Richner scattata per l’eccezionalità della situazione tecnica che documenta, tutt’altro, è invece un gesto di pura amicizia (Toti by Bert Richner) e infatti me l’ha regalata, penso l’unica in sessant’anni. È il 2008, a Maccagno sul Lago Maggiore; dopo il mio trasferimento in Veneto che aveva comportato la totale interruzione dell’attività velica e anche della frequentazione con Bert il mio rientro “agonistico” con lo stesso dinghy con il quale avevo iniziato la vela 48 anni prima. Bert viveva poco lontano, a Bodio Lomnago, sul Lago di Varese, ed era venuto a vedere e fotografare le regate del Campionato Italiano Dinghy 12’, per me il primo, e si vede. È l’ultima foto che Bert mi ha fatto, dopo di allora abbiamo continuato a vederci, al Salone Nautico di Genova e anche a casa sua, ma in mare le nostre rotte non si sono più incrociate.

NEL 2016 AL CONVEGNO AVEV
Bert Richner a Varese 2016 Foto Maccione 1
Bert Richner nel 2016 al Golf Club Varese in occasione del Convegno AVEV (Foto P. Maccione)
 

Una delle ultime uscite pubbliche di Bert Richner è stata nel gennaio 2016 a Luvinate, presso il Golf Club Varese, in occasione della terza edizione di “Tra Legno e Acqua – Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle imbarcazioni d’epoca e storiche” organizzato dall’AVEV, Associazione Vele d’Epoca Verbano. Qui Bert aveva esposto in vendita i suoi poster, intrattenendosi con la qualificata platea intervenuta all’evento. Oggi il suo archivio viene gestito dalla famiglia in collaborazione con un altro grande fotografo di vela, l’americano “naturalizzato toscano” James Robinson Taylor (www.jrtphoto.com).

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